Elvio Calderoni, dopo l'esordio dello scorso anno con lasciamisenzafiato (come Volfango dipinto di blu edito da Miraggi Editore, collana Golem), ribadisce il suo stile frammentato e incalzante, che si diverte a giocare con le storie di personaggi diversi (ma con ovvie componenti in comune) e ad aprire spazi temporali fatti di immagini, ricordi, luoghi precisi e ambientazioni sempre ben connotate. Quest'opera, seconda dell'autore romano (nato nel 1970), attraversa i generi letterari sul filo dell'equilibrio, senza sporgersi troppo su atmosfere thriller né su eccessivi sentimentalismi. Se il vuoto, emotivo o esistenziale, caratterizza molti dei protagonisti, sembra che allo stesso tempo l'autore possa dare loro ogni volta una speranza per riempirlo. Attraverso la musica, in particolare. In questo romanzo fatto di coincidenze, la musica si impone come elemento certo, tutt'altro che casuale, anzi imprescindibile, filo rosso che lega passato e presente in un fluire di sensazioni vivide e penetranti. Pare quasi di ascoltarle davvero, mentre si legge, le canzoni citate da Calderoni: per esempio Loaded dei Deacon Blue, Love is noise dei Verve e Missing degli Everything but the Girl, e poi i pezzi degli Style Council, dei Prefab Sprout e molti altri (e non manca nemmeno di citare cantautori italiani come Ron e Ivano Fossati). Tra i riferimenti cinematografici, Nanni Moretti e Massimo Troisi (uno dei personaggi è originario di San Giorgio a Cremano, terra natìa dell'indimenticato Troisi), e tra quelli letterari, oltre ai classici della letteratura tedesca (autori come Goethe, Brecht e Hermann Hesse, insegnati da Hanna ai suoi alunni), alcune opere di José Saramago.
La doppia ambientazione, Cagliari e Bologna, si rivela come fattore aggiunto del libro, grazie a descrizioni suggestive dei rispettivi punti d'interesse. Le mete cittadine, arricchite dal valore affettivo che riescono a trasmettere, tratteggiano un perfetto sfondo per le vicende. Originale la costante influenza climatica, che dipinge i paesaggi di Bologna di neve o pioggia (stupenda la frase «Piove davvero troppo. Sembra un concerto jazz per ombrelli e impermeabili») e definisce Cagliari come spesso tagliata dal vento.
Ultima, ma non ultima, la giostra dei sentimenti. Pur non calcando troppo la mano sul vissuto interiore delle relazioni, l'autore ha ben chiari i tormenti e le gioie che queste comportano: ci sono amicizie ambigue e altre più definite, amori impossibili e altri idealizzati, storie appena cominciate e altre ormai consumate. E ancora tradimenti (emblematica la frase di Antonio, uno dei protagonisti, che descrive se stesso come «Tradito, umiliato, insultato») e segreti (il nucleo terroristico ne nasconde molti, e ci trasporta coi fatti persino all'ignobile raid nella scuola Diaz di Genova, durante il G8 del 2001), ma anche lettere e poesie che trasudano pathos e sofferenza. Un romanzo che non si può non definire “completo”, contraddistinto da una scrittura magnetica, mai banale. Da scoprire.
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