di Gregory Di Giovanni
Sono un “giovane” uomo di 35 anni, che ha lasciato la sua terra circa 13 anni fa e che vive ormai in pianta stabile a Roma da oltre 10 anni.
Adoro la mia città, Roma appunto, ma ogni tanto mi vien voglia di tornare a Palermo, e ogniqualvolta organizzo un viaggio di ritorno, mi stupisco (stranamente) dello schifo che ancora oggi bisogna vivere per raggiungere il sud.
Inutile citare tutti i problemi che affliggono l’Italia, perché non basterebbe neanche una collana intera di libri per elencare quanto sia disastrata e per quali motivi, ma ciò che mi fa davvero incazzare è notare quanto i politici si sciacquino la bocca sulle grandi innovazioni che si stanno raggiungendo nei trasporti, quanto Trenitalia stia concentrando la sua attenzione sul rinnovamento dei suoi treni in tutta Italia e quanto le compagnie aeree stiano investendo i loro capitali per aumentare le tratte e renderle accessibili a tutti.
Cor cazzo, come se direbbe qui a Roma! Tutte palle!
Come tutti gli “emigrati”, ogni volta che devo tornare a Palermo è mia prassi verificare i costi dei voli e dei treni, sperando in un tariffario “umano”. Ma non solo le poche compagnie aeree che operano in Sicilia si sono a dir poco dimezzate, ma i costi sono lievitati persino per le compagnie low-cost.
Un tempo avevamo Easyjet, Blue express etc., mentre ora, per arrivare in Sicilia, ci sono solo tre compagnie in croce, due low-cost e una compagnia di bandiera (dove per bandiera ovviamente si intende bandiera politica). Quindi, mentre l’ultima è inutile consultarla anche se hai fatto bingo, le altre due, avendo il monopolio, si copiano i prezzi a vicenda inculando i poveri siciliani.
Alitalia, infatti, puoi prenderla se hai da buttare la media di 150 euro a volo o se hai un rene in eccesso, perché essendo la compagnia dei politici e dei ricchi borghesi, campa grazie a loro e soprattutto grazie ai soldi che prende dallo Stato, che a sua volta prende questi soldi dalle tasche degli italiani, che guarda caso non possono permettersi Alitalia.
Se vuoi tornare dai tuoi a Pasqua o Natale, puoi tranquillamente morire gonfio, perché i prezzi tra andata e ritorno (e senza valigia!) superano spesso e di molto le centinaia di euro, col paradosso immondo che se guardi lo stesso chilometraggio al contrario verso il nord paghi tra andata e ritorno la media di 60 euro, e se vai all’estero, in molti casi il prezzo è ancora più basso!
Qualcuno, al limite del masochismo più sfegatato e dell’incoscenza più assoluta, magari ti dirà: ma vai col treno, che sarà mai!
Peccato che il prezzo del treno spesso è addirittura più alto di quello dell’aereo e che per di più la tempistica della tratta equivale a dodici ore di treno contro un’ora di aereo, quindi in realtà un’alternativa in tal senso NON c’è.
Vogliamo prendere in considerazione il bus? Bene, il prezzo più scrauso è di 41 euro a tratta, con una tempistica di viaggio di dodici ore, tanto come il treno.
Allora la mia domanda è: caro ministro dei trasporti italiani, ma ci stai prendendo per il culo???
Dove diamine è questa grande innovazione e questo investimento nei trasporti? Sono dieci anni che prendo voli e treni e se per arrivare a Milano introducete frecce di tutti i colori possibili dell’arcobaleno (a 2 euro!), perché un povero siciliano deve come minimo mettersi a novanta per andare a trovare i suoi?
Non è che per caso, e dico per caso, gli investimenti di cui tanto parlate sono sempre e solo destinati ai soliti noti e per i siciliani preparate come sempre un bel cesto di zucchine e cetrioloni senza vasellina?
Qualche mese fa Montezemolo, deus ex machina di Italo-NTV, girava felice per il Capo godendosi Palermo e le sue bellezze, per cui mi vien naturale dirgli: stupendo Italo, ma quando investirà e farà transitare i suoi bei treni anche in Sicilia, invece di venirci solo col suo stupendo yacht? Perché sa, forse non lo ha notato, ma noi abbiamo ancora i treni reduci dalla guerra del 15/18!