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Il fatto è questo: negli ultimi dodici mesi (dati Tecnè) solo il 6% degli italiani – le percentuali possono variare a seconda dei comuni, naturalmente – ha subito un reato. Il restante 94%, al contrario, non ha vissuto alcun dispiacere di questo tipo. Eppure dalla ricerca emerge come la diffidenza nei confronti dell’altro, talvolta estrema, possa spingere l’individuo a vivere in un perpetuo stato d’ansia al punto da non sentirsi in sicurezza.Ma tra la realtà e la fantasia, come sempre, c’è di mezzo un abisso.La campagna elettorale del 2008, nonostante si richiedessero già allora riforme strutturali, fu incentrata particolarmente sul tema della sicurezza. Ecco, va bene tutto. Non è che l’incolumità dei cittadini può essere messa a repentaglio (fermo restando che oggi si tende a confondere la sicurezza con quello che è l’ordine pubblico). Tuttavia non si può certo negare che la demagogia, che l’ha fatta da padrona per anni nei processi politologici e nella dialettica da permanent campaign, abbia dato i suoi frutti malsani, a partire dall’avere sottovalutato i reali problemi del Paese. Allora, siccome che siamo di nuovo in campagna elettorale (lo possiamo dire? diciamolo), sarebbe auspicabile una maggiore responsabilità in questo senso. Che si parli pure di sicurezza, per carità. Ma solo dopo avere spiegato quali misure serviranno per incrementare l’occupazione e la crescita. Sostengo qualcosa di scontato? Non si sa mai con questi qui.