La Siria offre scenari stupendi, città ricche di fascino, suq pittoreschi e rovine millenarie. Il visitatore rimane però catturato dalla gentilezza e dall’ospitalità della popolazione, che si traduce in chiacchiere improvvisate, richieste di una fotografia, inviti a bere il tè. Nella gente comune si riscontra un diffuso atteggiamento di curiosità, schietta e priva d’esitazioni, tipica di un popolo rimasto a lungo isolato ma non per questo diffidente. Ricordo con particolare commozione quella cordialità che sperimentai nell'agosto del 2008.
Damasco, Suq al-Hamidiyya: un venditore d’acqua, un artigiano al lavoro, un cuoco d'albergo...
... donne che sognano, discutono, si coprono il viso.
Una famiglia presso il lago al-Assad, un beduino a Qasr al-Heir ash-Sharqi e... Easy Rider.
Braccianti a Deir Samaan, un gruppo musicale beduino di Palmyra, Salah.
I bambini di Aleppo.
(Fotografie scattate tra il 5 e l'11 agosto 2008. Dedicate a zia Dolores, che visse in Siria dal 1959 al 1971.)