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Vomitino e schiumetta – “Una donna per amica”

Creato il 20 luglio 2014 da Borga007

donna amicaOggi volevo parlarvi di un nuova fantastica commedia italiana. Più precisamente vorrei raccontarvi qualcosa su Una donna per amica, pellicola dell’anno in corso diretto da Giovanni “per l’amor del cielo basta” Veronesi e con Fabio De Luigi e Laetitia Casta.

Poi però, tra me e me, ho pensato: ma che cos’ho veramente da dire su questo film?

Nel senso, potrei tranquillamente dire: “fa cagare”, alzando le sopracciglia in senso di compatimento e facendo spallucce in modo da dimostrare l’ormai mio menefreghismo, assieme alla mia rassegnazione, verso il cinema mainstream italico. Perchè un film che mi inizia così mi dice già in che tipo di Paese ci troviamo.

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Sosteniamo pure le grandi opere registiche di Veronesi perchè ormai, dopo tre Manuali D’amore (e nonostante una buona prova con L’ultima ruota del carro), conosciamo perfettamente l’elevato impatto culturale che i suoi lavori hanno sulla società. Certo, da un punto di vista economico personale, e con “punto di vista economico personale” intendo la modalità in cui il suo portafoglio si è ingrossato grazie all’esecuzione di questo lavoro (perchè di lavoro si tratta, non di cinema) questo film ha sicuramente avuto qualche influenza.

E quindi mi sono detto: che posso dire oltre a questo? E oltre anche al fatto che De Luigi è sempre più intrappolato in una tipologia di personaggio dal quale non riuscirà mai più a svincolarsi nemmeno se m’interpreta Craxi in un biopic dedicato? Che la Casta in un film del genere mi viene utilizzata solo per attirare lo spettatore maschio che, ipnotizzato dalla patata (non il tubero) posta sulla locandina, acquista il biglietto alla modica cifra di 8 euro (che corrisponde quindi a 1 euro ogni 10 minuti, durando il film un’ora e venti, titoli di coda esclusi) per assistere ad una carrellata di macchiette buttate dentro a forza e spesso senza motivo (Geppi Gucciari in primis), gag spesso ripetute fino all’esasperazione e una storia che non ha idea di come riuscire a svolgersi? Perciò ho deciso di fermarmi e di raccontarvi qualche curiosità sul mio cane. Ma prima gustiamoci un classico.

Il mio cane è un Jack Russell ed è molto bello. Mi ricordo che lo stavamo portando a casa e si stava pensando che nome dargli. Le opzioni erano Cuchu, Eto’o (per fortuna non l’ho chiamato così) e, quello che sarebbe diventato il suo, il soprannome dell’(ormai ex) capitano nerazzurro di Milano. Non so se si capisce veramente che squadra tifo.

Succede che cresce a vista d’occhio (ma non troppo essendo un cane di piccola taglia) e comincia ad imparare piccole cose. Se si dice “pallina”, lui corre e va a prendere la pallina. Non te la porta ma intanto fa vedere di aver capito. Poi sono cazzi tuoi. Se gli dici “pesce”, il mio simpatico cucciolo corre verso l’acquario nel tentativo di mangiarsi il povero pesciolino rosso, ormai quasi delle dimensioni di una carpa (ma soprattutto che dimensioni ha una carpa?) e più vecchio di lui. Nonostante ciò ci sono cose che non riuscirà mai a imparare: tutte le volte che vede un rospo lo addenta, costringendosi a cinque minuti di bavetta alla bocca e vomitino. Rospo, dentata, vomitino. Rospo, dentata, schiumetta. Rospo, dentata, vomitino. Sempre così, mai che impari.

Ecco, noi siamo un po’ così. Facciamo gli intellettuali, pensiamo di aver capito tutto e guardiamo il servizio giornaliero di Mollica sul Festival di Venezia sentendoci appagati, poi vediamo che esce una nuova commedia diretta da sempre gli stessi e la andiamo a vedere. Ed è lì che ci viene il vomitino. La commedia, e i soliti autori noti, ci hanno fregato di nuovo. Allora torniamo a casa pensando alla pellicola appena vita, ripromettendoci di evitarla in un futuro prossimo sapendo che non riusciremo a mantenere la promessa. Ma è già uscita una nuova commedia e quindi il nostro cervello è in preda ad impulsi istintuali ci impedisce di ragionare razionalmente. Perchè la scusa è sempre quella: “ma sì, me la guardo tanto per non pensare a nulla e svagarmi un poco”.

Ma forse alla fine dovrei stare zitto. Alla fine l’ho guardato pure io questo film. E il vomitino mi è pure venuto. Forse sarebbe stato meglio se fossi andato a fare una passeggiata con il cane. Così nessuno dei due avrebbe mangiato un rospo e sarebbe stato meglio.

 



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