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Vomito nel mio diario

Da Winston Smith @diariodiwinston

Un tempo c'erano la carta e la penna, c'era il tempo che dedicavo al loro accoppiamento e c'erano i miei sogni deformi che delimitavano le loro sagome sbagliate con l'inchiostro.

Poi sopraggiunsero i blog, grida nel vuoto che di tanto in tanto giungevano agli orecchi di qualcuno che si trattasse di un piccolo numero su un contatore delle visite, un avatar all'interno delle notifiche dei like, o addirittura un commento.

Venne poi la consapevolezza di essere una delle tante persone qualunque, quelle che quando le guardavo mi illudevo di appartenere ad una razza differente.

Fu questa consapevolezza che mi spinse ad abbandonarmi nell'arte che più riusciva a a soddisfare la mia inquietudine: il cinema.

Il bisogno di parole divenne AspettaUnMemento.

Contemporaneamente nella vita reale afferro la mia stessa maglia e mi scuoto con vigore, abbandono il tempo inutile, salto via da un paio di binari prestabiliti dal protocollo sociale (e finisco ovviamente su un altro paio di binari già pronti).

Definisco me all'interno di una professione che più di tutte si adatta al mio bisogno di cambiamenti illusori periodici.

Qualche ultimo spasmo all'interno dei blog e poi il silenzio di chi - lavorando nel settore - non può più vivere in quell'ambiente che fu costruito con un'innocenza che non c'è più.

E ora sono qui a scrivere finalmente queste parole, dopo una prefazione molto più lunga e dettagliata di quanto immaginavo sarebbe dovuta essere.

Sono qui, perché in qualche modo ho sottovalutato il mio bisogno di vomitare parole di tanto in tanto, lasciandole accumulare ovunque come gli oggetti nelle case degli affetti da disposofobia.

Ero sul punto di creare un nuovo blog, la richiesta di lucidità da parte di wordpress per la scelta del nome ha interrotto quella mia follia.

Non avevo il coraggio di aprire un quaderno, sarebbe stato troppo strano farlo dopo tutto questo tempo.

Sono come ubriaco: completamente fuori controllo e con il bisogno di cacciare la fonte dell'ebbrezza.

Per farla breve, non avevo scelta e ho dovuto collassare qui dentro.

Giuro che appena mi riprendo pulisco tutto!


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