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Voodoo – the human eater turbine

Creato il 28 luglio 2015 da Athos Enrile @AthosEnrile1
VOODOO – THE HUMAN EATER TURBINE
VOODOO – THE HUMAN EATER TURBINE
I VODOO, musicisti piemontesi, rilasciano il primo album dal titolo The Human Eater Turbine, che segue l’EP del 2013, Everybody Has To Go Someday. Nove brani che si dipanano in oltre 30 minuti di sound davvero godibile. Come sempre mi accade inizio l’incontro con un nuovo disco partendo dai crediti, a maggior ragione utili in questo caso, dal momento che non conoscevo la band. La lettura della line up non lascia spazio all’immaginazione, perché emerge immediata la ricerca dell’energia che ci si aspetta sempre da un power trio. “Power Trio” è termine impegnativo, ed evoca magie d’altri tempi che riportano alla mente la Jimi Hendrix Experience, i Cream, gli ZZ TOP o i Police, tanto per citarne alcuni famosi. Senza voler fare accostamenti pericolosi, e cercando di accantonare i poco interessanti paragoni, gli ensemble citati -e molti altri ancora- hanno aperto una strada, un modo espressivo che, con le opportune variazioni, si mantiene vivo nel tempo, soprattutto nelle situazioni live. I VODOO amano evidentemente il genere, e probabilmente sono cresciuti assimilando la lezione storica dei miti di più generazioni, e propongono quindi il loro rock blues che, a giudicare dal lavoro in studio, appare solido ed equilibrato, nel senso che non sente la necessità del virtuosismo fine a se stesso -probabilmente in evidenza nelle situazioni live, quando è richiesta una quota di improvvisazione e di esibizionismo- ma tende a privilegiare l’amalgama. Ciò che a mio giudizio emerge, come fatto spontaneo e non studiato a tavolino, è un bridge tra l’energia degli archetipi del genere e il modello evoluto, quello proposto verso la fine degli anni ’90, e il contenere la diversità di “semi” provoca una certa originalità, che spesso non è nemmeno richiesta in casi del genere, ma che un ascolto attento può far emergere, e tutto questo va a vantaggio dei ragazzi di Casale. Riff accattivanti, sprazzi di costa ovest americana, vocalità significativa e appropriata… sono questi elementi che producono soddisfazione da post ascolto, inducendo una grande curiosità legata alla performance live.
Ma leggiamo il pensiero della band… l’ascolto dell’album sarà possibile cliccando sul link appropriato, a fine post. VOODOO – THE HUMAN EATER TURBINE L’INTERVISTA
Dove e come nascono i VOODOO? Possibile sintetizzare la vostra storia?
La band si è formata nel 2006, ma con la formazione attuale è attiva dal 2009. Dopo vari cambi di formazione sono rimasti coloro i quali credevano effettivamente in questo progetto.
Come siete arrivati alla composizione della band… progetto preciso o legato a rapporti di amicizia?
Abbiamo scelto assieme di formare un gruppo quando eravamo ragazzini, semplicemente per suonare le canzoni che ci piacevano e per puro divertimento. Siamo amici fin da prima che iniziasse la nostra storia come band e andiamo tutti verso la stessa direzione.
Chi ha influenzato il vostro modo di essere musicisti? Esistono linee guida che vi accomunano?
È difficile definire delle linee che racchiudano tutto ciò che ci unisce. È una miscellanea davvero organica fatta di diversi studi musicali. Io ad esempio, da ragazzetto, ascoltavo rap, poi mi sono avvicinato alla chitarra blues, poi al jazz, poi al metal. Teto, il tastierista, ha avuto uno studio molto più classico e progressive rock e suonava l’organo in chiesa, mentre il batterista ha un’impronta più selvaggia e rock anni ’90. Tutto ciò unito alle nostre teste crea più o meno il genere.
Come definireste a parole la vostra musica?
Non credo abbiamo inventato nulla di nuovo. Cerchiamo di creare sempre nuove canzoni che siano diverse dalle precedenti, per noi questo è l’importante. La nostra è una musica rivolta ad un pubblico che ascolta rock, ma non amiamo l’etichetta di un solo genere. Siamo in continua evoluzione.
E’ da poco uscito l’album The Human Eater Turbine": qual è l’anima di tutto il lavoro?
L’album è stato scritto in un anno circa e registrato mentre ancora era in azione il processo di stesura dei brani. Dentro ci sono molte sensazioni e storie, ma il fattore comune che lega tutto il lavoro è certamente l’amore. L’amore inteso come fattore inesorabile della natura umana.
Esiste per voi diversa importanza tra liriche e musica? Sono importanti in egual misura.
Cosa accade ai live dei VOODOO?
Tutto ciò che potete vedere ed ascoltare non è nient’altro che… noi. Niente basi, niente sovraincisioni, niente effetti pirotecnici. Solo noi e i nostri strumenti. A volte ci piace anche lasciarci andare all’improvvisazione.
Quanto apprezzate le tecnologia, applicata alla musica e al modo di pubblicizzarla?
La tecnologia in ambito di registrazione sonora e strumentazione si evolve in continuazione e se può facilitare o meglio accelerare il processo creativo, ben venga. Per il discorso social network e web, è uno strumento molto potente e stratificato, si possono raggiungere moltissime persone semplicemente da un pc ed è bellissimo pensare che appena si mette on-line della musica, qualcuno, dall’altra parte del mondo, ti possa ascoltare un secondo dopo. Le possibilità sono infinite. La logica del management è sempre la stessa, sono cambiati i mezzi e la velocità di propagazione dei contenuti. È una cosa bella, ma tremenda al tempo stesso.
Che giudizio potete dare dell’attuale stato della musica, tra businnes e talenti?
Purtroppo non abbiamo un buona opinione in merito. La musica si fa in televisione, il mercato è saturo, sta vincendo l’estetica sul contenuto e ci sono sempre meno soldi per tutti. Ma noi siamo fiduciosi in un qualche tipo di cambiamento, e continuiamo dritti per la nostra strada.
Quale vorreste fosse il futuro prossimo dei VOODOO?
Continuare a suonare e farlo sempre di più. Vorremmo diventasse il nostro impiego a tempo pieno e, perché no, toglierci qualche sfizio in terra straniera.
Tracklist:
1 The Human Eater Turbine 2:48
2 When You Were a Kid 3:22
3 His Sorrow 4:18
4 Hurt Ourselves Inside 3:11
5 The Invisible Boy 3:50
6 Over the Red Fields 4:34
7 Moonlight 4:20
8 The Place 3:05
9 Cannibals 3:51
Members: 
Vittorio "Vike" Giorcelli : vocals and guitar
Stefano "Teto" Cavaliere : bass and organ Stefano Bollo : drums
BIOGRAFIA Power-trio alternative rock formatosi nel 2009. Nel 2012 iniziano a macinare concerti proponendo i loro inediti. Il 24 Novembre aprono per i conclamati torinesi Farmer Sea all'Indiscutibile Night a Vercelli, riscuotendo pieno encomio del pubblico. Il 29 Novembre esce il videoclip del brano singolo "Standin' Tall" http://youtu.be/tRfSSXygNi0. Nel 2013 terminano la produzione del loro primo EP in studio avvalendosi della co-produzione artistica di Davide Ghione, già al lavoro con Artemista. Il disco "Everybody Has To Go Someday" è uscito il 28 Febbraio 2013 in digital release (distribuzione Zimbalam) e copia fisica. Il 21 Marzo vanno in onda sulla rete nazionale RAI5 per il programma COOLTOUR - AFTERMIDNITE con il loro primo showcase personale http://youtu.be/407NdMhxOz0 Nel 2014 inizia la collaborazione con Habanero Agency, la quale trova grande affinità artistica con la band.
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