Opera di Zenos Frudakis
DEVI VIVERE di Alekos Panagulis
Se per vivere, o Libertà
chiedi come cibo la nostra carne
e per bere
vuoi il nostro sangue e le nostre lacrime,
te li daremo
Devi vivere
Esilio di F.G. Mavoungou Badinga
E quelle notti terribili
sotto l’immensa cupola
e quelle ore rosse
rosse e piene di amarezza
ed il tempo che scorre
trasportando nei paesi che dormono
e che sconquassa quest altro
contro il muro di un palazzo
in questo tempo che se ne va
non importa dove, non importa quando
che mi trascina allo stesso tempo
laggiù, lontano laggiù
fuori dalla mia terra natia
battendo la mia carne come un tam – tam
divenuta più secca e più fragile
o tristezza che batti le ali contro l’anima mia!
In quale porto degno della mia condizione d’uomo
getterai tu l’ancora
Alle fronde dei salici di Salvatore Quasimodo
E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
*
Patrizia Cavalli
Ma davvero per uscire di prigione
bisogna conoscere il legno della porta,
la lega delle sbarre, stabilire lesatta
gradazione del colore? A diventare
così grandi esperti, si corre il rischio
che poi ci si affezioni. Se vuoi uscire
davvero di prigione, esci subito,
magari con la voce, diventa una canzone.