«Vorrei vivere come se fosse sempre il mese di ottobre» ripete Chloe e finalmente il significato di quella frase si dischiude nella testa di Mark attraverso una serie di fotogrammi evanescenti. Le foglie autunnali discinte dal vento e l’aria che si infila subdolamente tra i colletti delle maglie e scivola lungo la schiena; il mese della solitudine in cui ci si riabitua a fatica a frequentare gli stessi posti dopo l’amara consolazione estiva, sbiadita nelle sue mezze tinte di dovere, laddove ottobre è sempre accecante a modo suo, quando i suoi odori e colori diventano una forma economica di tossicodipendenza. Allora Mark capisce che lei saprebbe come essere felice per davvero e raddrizza le spalle per il sollievo.
A Chloe, per le ragioni sbagliate, Claudia Durastanti