Ancora una volta, ci siamo quasi: ma come siamo affezionati al voto, noi italiani!
Non alla politica, ai contenuti dei pensieri che governano il mondo; proprio al voto, ai risultati elettorali. La classifica, insomma, e non è nemmeno un retaggio cattolico stavolta.
Forse un retaggio calcistico. Peggio.
Si leggono e si sono lette tante riflessioni sul voto, anche sui blog, negli ultimi tempi, in queste ultime ore. La mia impressione è che ci sia, come spesso negli ultimi anni, un gran saltabeccare da una lista all'altra, da un candidato all'altro, tra gli elettori. E' il fascino del nuovo: il volto nuovo, la proposta politica nuova.
Un nuovo simbolo, un nome nuovo.
Tutto nuovo, di zecca.
Non entro nel merito, non commento il nuovo.
Io voto da anni sempre uguale.
Anni.
Non ho scoperto, in politica, idee nuove che non conoscessi già: dal vecchio aberrante fascismo, ma aggiornatissimo, in giù.
Così ho votato sempre uguale, slalomando tra decine di nuove proposte, insofferente alle ulteriori possibilità alternative. Magari sono troppo conservatore. Magari il mio pensiero politico non è evoluto, in tutti questi anni.
Perché guardandomi intorno, ancora una volta, mi par di capire che il piatto che ci hanno cucinato non ci piace ancora. Ne vogliamo un altro, vogliamo ulteriore libertà di scegliere.
Ulteriore.
Ogni volta che si vota, in Italia, qualcuno si diverte a contare le liste. Ne vengono fuori centinaia. Centinaia. Centinaia.
E noi vogliamo scegliere. Scegliere qualcosa di nuovo, veramente nuovo. Volevamo un altro candidato, un altro simbolo. Una nuova, ulteriore alternativa.
Così facendo, negli anni, ci siamo incamminati, a gran velocità, verso il baratro. E ora abbiamo cominciato a correre.
"Io voto Questo".
"Io no, io voto Quello".
"Io sono per il voto disgiunto".
"Io... beh, io voto congiunto".
"A me piace la sua idea".
"Io adoro come parla Quella lì".
"Ah, che bel programma ha Quell'altro! L'hai letto?".
Insomma, da anni voto sempre uguale.
Voto un'idea.
Una sola e sempre quella.
Siamo davvero sicuri che si chiami "libertà" questo nostro correre verso la catastrofe?