Il lavoro accessorio è il lavoro che viene pagato in voucher. Si tratta di una tipologia di lavoro molto flessibile, tanto flessibile da andare incontro a precisi limiti e restrizioni. Ad esempio in agricoltura, dove è consentito ai giovani solo in periodi di vacanza dalla scuola, o in caso di appalti, dove è vietato salvo poche eccezioni rigidamente stabilite dal Ministero del Lavoro previa audizione di sindacati e associazioni datoriali.
Il vouvher deve essere tracciabile quanto più possibile: da un lato se il committente è imprenditore o professionista il suo acquisto è possibile solo in via telematica, dall'altro è necessario comunicare preventivamente quale uso si vuole fare del voucher, il codice fiscale del lavoratore e il luogo dove il lavoro verrà svolto.
Il lavoratore pagato in voucher non è un dipendente (e infatti si parla di "committenti") e, se disoccupato o inoccupato, non cambia il suo status lavorativo.
I. Il committente acquista un carnet di buoni orari (voucher) telematicamente (se è professionista o imprenditore) oppure presso le rivendite autorizzate (vedi elenco fornito da INPS → link) ed effettua la comunicazone alla Direzione Territoriale del Lavoro.
II. Il lavoratore esegue la sua opera e riceve come compenso non una somma del denaro, ma tanti voucher quante sono le ore di lavoro che ha impiegato.
III. Il lavoratore va presso un concessionario (al momento INPS e Agenzie per il Lavoro) e cambia i voucher in denaro.
IV. Il concessionario trattiene una quota (da stabilire con decreto ministeriale) per sé a titolo di rimborso spese, un'altra quota pari al 13% da inviare alla gestione separata INPS a titolo di contributi ed un'ultima quota, 7%, all' INAIL per la copertura assicurativa contro gli infortuni.
Quanto?Tramite voucher non si possono guadagnare più di 7.000 € all'anno. Si possono avere più committenti, ma da ciascuno si possono ricevere solo 2.000 € all'anno. C'è un eccezione che riguarda cassaintegrati e percettori di sostegno al reddito ( ASpI, NASpI, DISCOLL, ASDI): per questi, cumulativamente, il tetto massimo annuale è di 3.000 €.
Il valore di un singolo buono è, al momento, 10 € lordi all'ora. Netti sono, sempre al momento, 8 €, ma ragionevolmente verranno ridotti per dare un certo margine al concessionario del servizio.
Alcune considerazioniIl Jobs Act ha cancellato le norme che regolavano le collaborazioni occasionali e il lavoro a progetto, lasciando un vuoto sui "lavoretti" che sembra destinato ad essere coperto dal lavoro tramite voucher. In effetti, visto il tentativo di trasformare ogni rapporto continuativo in lavoro subordinato a tempo indeterminato, solo i lavori molto occasionali si prestano ad essere coperti dalle nuove norme sui voucher. Dal punto di vista di un datore, il tetto dei 2.000 € all'anno si traduce nella possibilità di retribuire (prendendo per buona la somma al netto) 250 ore di lavoro all'anno, pari a poco più di un mese continuativo: 31 giorni e due ore.
Simone Caroli