di Ferdinando Cocciolo
Una Vuelta spettacolare che non ha ancora un padrone assoluto. Ivan Basso, tra i grandi, sembra essere sinora il più forte in salita
Per “tradizione ciclistica”, la Vuelta di Spagna è la terza grande gara a tappe, dopo il Tour de France e il Giro d’Italia. Ma l’edizione 2013 sta ampiamente dimostrando che la corsa spagnola, caratterizzata (tranne Froome, Contador e Cadel Evans) dalla presenza dei più grandi “interpreti”, non è da meno.
Corsa spettacolare in ogni tappa sin qui disputata dopo una settimana, mai banale, con cambi al vertice di una graduatoria ancora da definire. E si può dire, quasi nulla per i velocisti, in attesa delle salite più dure che ci attendono per i prossimi giorni.
Al vertice della classifica generale, lo spagnolo Daniel Moreno della Katusha (compagno di squadra di Joaquin Rodriguez), dopo la “tremenda fucilata” sullo strappo di Valdepeñas, nella nona tappa. Al secondo posto Nicolas Roche (una delle vere sorprese di questa Vuelta) a solo un secondo di distacco, seguito da Vincenzo Nibali a 20 secondi, Alejandro Valverde a 22, “nonno” Horner a 28 secondi, Rodriguez a 56, un ottimo e continuo Ivan Basso a un minuto e 36 secondi. Più indietro, a due minuti e 23 secondi Michele Scarponi.
Come si vede, una graduatoria “corta”, in cui tutti gli avversari hanno sinora giocato a carte scoperte, ma mai predominando nettamente sull’altro, in uno “scacchiere” che da un momento all’altro imploderà, a favore di chi riuscirà ad essere il padrone della Vuelta. Con tutto il rispetto per Daniel Moreno, non può essere lui, tra l’altro validissima spalla di Joaquin Rodriguez, il favorito della corsa spagnola. La cronosquadre inaugurale stravinta dall’Astana aveva già chiarito a tutti che chi vuole vincere la Vuelta deve fare i conti con un Vincenzo Nibali che non è venuto in Spagna solo per preparare il Mondiale di Firenze. Un Nibali tranquillo (ben spalleggiato da una squadra che insegna anche tattica agli altri), che sembra proprio colui pronto a dare, nella gara a tappe già vinta nel 2010, la “spallata finale”, considerando tra l’altro il fatto che gli avversari principali (Valverde e Rodriguez su tutti) non hanno ancora dimostrato di essere superiori.
Ivan Basso – sport.it.msn.com
Italiani sugli scudi in questa spettacolare Vuelta, perché il discorso su Vincenzo è legato indubbiamente a quello su Ivan Basso (ex compagno di squadra ed ora rivale), in uno “scenario da sogno” per i tifosi ed appassionati italiani. Proprio Nibali (e non solo lui) è stato messo in difficoltà da un Ivan mai visto così negli ultimi due anni durante l’ottava tappa di sabato scorso, la prima vera tappa in salita. Basso in Spagna con tanto orgoglio, determinazione e rabbia addosso, con l’intento dichiarato di dimostrare (soprattutto ai suoi detrattori) che almeno al podio può ambire anche lui. Sull’inedita salita dell’Alto de Peñas Blanca, Ivan, con tre potenti accelerazioni, “frantuma” il gruppo (che inseguiva Leopold Koenig destinato alla vittoria) finendo la tappa al quinto posto, distanziando Valverde e Rodriguez di 15 secondi e Vincenzo di 22. Un chiaro segnale, un “guanto di sfida” poderoso e deciso da parte di chi ha avuto la sfortuna di rinunciare al Giro d’Italia. Chi gli è vicino garantisce che Ivan ha qualcosa in più rispetto agli avversari, un passo in salita superiore, molto vicino al Basso del Giro 2010.
Staremo a vedere, e già i tifosi italiani sognano un duello Nibali-Basso che darebbe lustro e spessore ad un ciclismo italiano che via via si avvicina all’attesissimo Mondiale di Firenze ed intanto ritrova un grande Filippo Pozzato, vincitore nel G.P. di Plouay, gara World Tour. Ora la Vuelta di Spagna entra nel vivo, con le montagne decisive e l’unica crono individuale di mercoledì prossimo.
Aspettiamo la battaglia tra i grandi già nella decima tappa di oggi lunedì 2 settembre, la Torredelcampo-Güéjar Sierra, su rampe micidiali, dove nessuno potrà nascondersi. Assisteremo al tanto agognato duello tra i nostri due corridori italiani più forti nelle gare a tappe? Sembrerebbe proprio il terreno ideale per un Basso (tra l’ altro ottimo regolarista in salita) che deve tentarle tutte se vuole vincerla la Vuelta, ma certamente Valverde, Horner, Rodriguez ed anche Moreno non staranno a guardare. Due salite impegnative nel finale (l’ascesa finale verso l’ Alto de Hazallanas, di circa 15 km, ha punte che arrivano al 18%).
Che lo spettacolo, stavolta davvero il più atteso, inizi, e chissà se oltre a Ivan Basso e Vincenzo Nibali, non rivedremo anche Michele Scarponi.
Per saperne di più, consulta l'articolo originale su: