Ciò di cui parlerò oggi è un evento catastrofico che pochi hanno sentito nominare, ma che potrebbe aver plasmato l'evoluzione umana e buona parte del nostro pianeta: la super-eruzione del vulcano Toba.
Siamo in Indonesia, nella regione settentrionale dell'isola di Sumatra. Qui si trova un lago, il Toba, lungo 100 chilometri e largo circa 30, collocato ad un altezza di circa 900 metri dalla superficie del mare. Questo lago, in realtà, è anche un supervulcano: il bacino lacustre non è altro che un cratere causato da un'eruzione che si verificò tra 69.000 e 77.000 anni.
Se avete letto il post sull'eruzione del Tambora, sappiate che quell'eruzione devastante si attestò al grado 7 della scala VEI.
L'eruzione del Toba scagliò in aria un volume di 2-3.000 chilometri cubici di roccia, 800 dei quali sotto forma di cenere che si depositò su tutta l'Asia meridionale, coprendola con uno strato spesso, in media, di 15 centimetri, con regioni (come India e Malesia) che vennero sepolte da strati di 6-9 metri di spessore.
Vennero immesse nell'atmosfera almeno 6 miliardi di tonnellate di anidride solforosa, e vi lascio immaginare gli effetti di questo gas combinato con l'acqua a decine di chilometri di distanza dall'eruzione.
Il flusso di lava emesso dal vulcano coprì un'area di 20-30.000 chilometri quadrati con uno strato di 50-150 metri di roccia fusa a 750°C (con alcune zone coperte addirittura da 400 metri di materiale lavico). La temperatura superficiale della lava si ridusse a circa 100°C nel giro di pochi giorni, ma la massa di roccia fusa sotto la superficie più fredda conservò un'elevata temperatura per un periodo molto più lungo.
Un effetto della presenza di così tanta cenere nell'atmosfera fu la riduzione della quantità di luce disponibile: non si sa con precisione quanta luce solare fu bloccata dalla cenere, ma le stime si aggirano tra il 25% e il 90%. Con una riduzione del 90% della luce solare, la fotosintesi delle piante si riduce ad un'efficienza del 25% (prendendo come 100% la quantità di luce disponibile in una giornata soleggiata estiva). La biomassa vegetale probabilmente diminuì dal 25 all'80% (in base alla regione), con periodi di recupero di 30-50 anni.
L'eruzione del Toba causò anche effetti diretti sulla popolazione umana del tempo. Anche se, affrontando questo argomento, si entra in un territorio di accese discussioni accademiche e di differenti risultati ottenuti da calcoli e modelli di simulazione, parte del mondo scientifico sostiene che la popolazione umana subì un drastico calo numerico.
Le critiche a questa ipotesi non sono poche, come anche i sostenitori del collo di bottiglia genetico messo in azione dall'eruzione del Toba. Comunque si siano svolte le cose dal punto di vista evolutivo, l'eruzione del Toba rimane un evento che non può essere paragonato ad alcun altra eruzione vulcanica verificatasi negli ultimi 25 milioni di anni.
Oggi il cratere del Toba è uno stupendo lago che, ogni tanto, fa comprendere cosa si cela sotto il suo letto attraverso terremoti e sbuffi di fumo emessi da uno dei coni vulcanici secondari. C'è ancora attività vulcanica nel sottosuolo: pare che il Toba generi eruzioni di grande entità ogni 300-400.000 anni, e la prossima (statisticamente parlando) dovrebbe verificarsi tra 200-300.000 anni.
Toba Volcano
Mount Toba Eruption – Ancient Humans Unscathed, Study Claims
Late Pleistocene human population bottlenecks, volcanic winter, and differentiation of modern humans.