L’identikit della vittima è semplice: persone vulnerabili, rese fragili da un lutto o da una difficoltà sul lavoro, in famiglia. Ma devono essere anche benestanti e con un buon livello culturale. L’età non è un problema, si va dall’adolescente all’anziano. L’identikit è quello di chi ingrossa le file delle sette. Che siano sataniste, di vampirismo, che si occupino di stregoneria o esoterismo e magia, poco importa. I cosiddetti “santoni”, i capi carismatici, hanno un potere enorme su quello che è un vero e proprio esercito di adepti: 240mila italiani divisi in ottomila sette, e solo nel 2010. Questo dicono i dati raccolti della comunità papa Giovanni XXIII.
Le persone vengono manipolate, al punto da lasciare la famiglia, tagliare i ponti con la vita precedente e dare un contributo economico sostanzioso alla setta. Le nuove tecnologie, internet e social network, hanno enormemente facilitato l’approccio di queste sette al mondo degli adolescenti, molto più vulnerabili e manipolabili. Ci sono le ragazzine che si credono streghe, gli adolescenti che entrano nei gruppi satanisti: per loro spesso il percorso nelle comunità è fatto anche di abuso di droga, riti sessuali e messe nere.
La comunità papa Giovanni XXIII raccoglie circa 15 telefonate al giorno, avvalendosi della squadra antisette della polizia, nata nel 2006. Il ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, ha fatto notare che le vittime possono avvalersi della legge sullo stalking se vengono perseguitate da guru e santoni. Ma il problema è che le vittime, molto spesso, non vogliono affatto liberarsi dei loro capi spirituali e alle famiglie resta ben poco oltre la speranza di vederli tornare a casa.