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Vuoi il lavoro? Prega!

Da Paolob
E' ormai un po' come sparare sulla Croce Rossa quando si parla della chiesa cattolica e della sua presenza nella società italiana.
Lungi da me essere irriverente, soprattutto verso tutti i credenti che hanno un rapporto con dio pulito e di intensità straordinaria.
Ma certe volte si supera la decenza.
Io rispetto il ministero del pontefice, la sua azione costante e incalzante per mantenere viva l'attenzione su sulle sue attività, teologiche e sociali e politiche.
Vuoi il lavoro? Prega!Ma in questo momento, con il più alto tasso di disoccupazione giovanile che il paese ha mai avuto, con le tensioni sociali sempre crescenti causate da una crisi spaventosa e accentuate da una scellerata e inesistente azione di programmazione di questa cricca che occupa le istituzioni, arrivare a proclamare che il posto fisso - con tutto quello che in periodi congiunturali significa, anche a livello psicologico - è sì una giusta ambizione ma l'importante è avere la fede, beh signori miei, con tutto il rispetto, mi sembra veramente una presa per i fondelli.
Mi sembra un po' quella sequenza del viaggio nel tempo di Troisi e Benigni in 'Non ci resta che piangere', in cui continuano a incontrare il religioso ortodosso, credo seguace di Savonarola o chi per esso, che gli urla in faccia un inquietante 'ricordati che devi morire', e Troisi da buon napoletano superstizioso risponde dopo un po': 'Mo' me lo segno ...'?
Ecco i giovani si chiedono e chiedono: ma perché io devo avere la fede e non il posto di lavoro?
Perché devo essere disoccupato, o sottoccupato, o precario, a trent'anni, senza prospettive né sicurezze e poi avere la fede?
E perché non si nomina il ministro delle attività produttive da quattro mesi, e il capo dei capi, nella fede e nell'appoggio completo sia elettorale sia dell'attività di governo da parte delle autorità ecclesiastiche, si fa in modo schifoso gli affari suoi?
E perché, soprattutto, sempre noi dobbiamo rinunciare e chinare la testa?
Forse mischio il diavolo con l'acqua santa; forse qualcuno mi dirà che la missione del papa è proprio quello di ricordare di avere la fede; forse sono anch'io invelenito da un paese ormai in disarmo culturale e in abbandono sociale; ma io vedo in tutto questo, se non un tentativo scientifico di distrarre dai veri problemi intere generazioni, almeno una mancanza di attenzione, di rispetto e, perché no?, di stile.
I miei figli sono ormai su un treno virtuale che li allontana inesorabilmente da questa Babele invereconda.
Si tratta solo di scegliere quello vero.

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