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Vuoi rendere impossibile per chiunque opprimere un suo simile? Allora, assicurati che nessuno possa possedere il potere. (Michail Bakunin)

Creato il 14 ottobre 2012 da Gianna
Vuoi rendere impossibile per chiunque opprimere un suo simile? Allora, assicurati che nessuno possa possedere il potere. (Michail Bakunin)
In seguito agli episodi di violenza di questi giorni di cui sono stati protagonisti i nostri tutori dell’ordine, mi è venuto in mente di aver letto tempo fa di un esperimento che la Stanford University condusse nel 1971 su un gruppo selezionato di studenti per stabilire quali fossero gli effetti della carcerazione. Prendendo spunto dalla teoria della deindividualizzazione di  Gustave Le Bon secondo cui gli individui di un gruppo coeso, costituente una folla, tendono a perdere l'identità personale, la consapevolezza e il senso di responsabilità, alimentando la comparsa di impulsi antisociali, voleva essere uno studio psicologico volto a indagare il comportamento umano in una società in cui gli individui sono definiti soltanto dal gruppo di appartenenza. L'esperimento prevedeva l'assegnazione, ai volontari che accettarono di parteciparvi, dei ruoli di guardie e prigionieri all'interno di un carcere simulato. Si potrà certamente disquisire sull’utilità di una cosa del genere, purtroppo sappiamo tutti benissimo che, allora come adesso, il sistema detentivo non è sicuramente all’altezza di quello che si propone, e sappiamo ancora meglio quanto possa essere devastante l’impatto con un sistema coercitivo che tende alla disumanizzazione del prigioniero più che alla sua riabilitazione e non serviva certo un esperimento per dimostrarlo. La cosa più interessante non è stata però il comportamento piuttosto prevedibile di coloro che si erano offerti volontari per la carcerazione che reagirono alle condizioni della prigionia in modi pericolosamente ribelli, ma bensì quello di coloro che erano stati messi a far la parte dei secondini. I risultati di questo esperimento andarono molto al di là delle previsioni e delle intenzioni degli sperimentatori, dimostrandosi particolarmente drammatici. Si evidenziò in maniera chiara quello che accade a persone medie e istruite quando sono trattate senza rispetto e senza protezioni, ma dimostrò in maniera molto più efficace quali possono essere gli effetti catastrofici che l’autorità, la violenza e la corruzione incontrollate hanno su quelli cui è stato affidato il ruolo di custodi e guardie:  i “secondini” stavano diventando oppressori sadici e violenti L'esperimento venne concluso 6 giorni dopo l'inizio a causa dei problemi sempre più gravi che andavano manifestandosi, in particolare durante le ore notturne, quando cioè le guardie pensavano di non essere viste dalle telecamere degli studiosi. Quello che voglio dire, senza impantanarmi in analisi psicologiche che non mi appartengono, è quanto possa essere facile immedesimarsi in un ruolo. Quanto sia possibile lo scatenarsi di atteggiamenti repressivi quando si assume una funzione di controllo sugli altri soprattutto nell'ambito di una istituzione, come il carcere dell’esperimento. Assumere un ruolo istituzionale induce ad assumere le norme e le regole dell'istituzione come unico valore a cui il comportamento deve adeguarsi e oltre alle inclinazioni delle singole persone, sono le situazioni a determinarne i comportamenti.

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