Va bene che non ci siamo ancora ristabiliti dalle gozzoviglie natalizie (la mia bilancia è ancora priva di batteria!) ma non è un po' troppo “trappista” mangiare ritagli di carta? In molte lingue europee coriandolo si traduce con il termine confetto, in quanto la spezia coriandolo veniva usata per aromatizzare i confetti (prima che questi venissero farciti con la mandorla) che già nel medioevo venivano lanciati in segno beneaugurale, durante cerimonie o manifestazioni conviviali. Non era così insolito stranocchiare coriandoli osservando i carri allegorici sfilare lungo le strade del villaggio, dunque. Successivamente i confetti vennero sostituiti da palline di carta colorata, in quanto costavano meno dei dolcetti di zucchero, riservati comunque per occasioni speciali e, nel 1857, un ingegnere milanese, Enrico Mangili, le sostituì con i dischetti di scarto dei fogli bucherellati che si usavano come lettiere per i bachi da seta. E siccome era un genio dopo poco inventò anche le stelle filanti, utilizzando i nastri del telegrafo “scritti”.
Dalle righe sopra riportate si evince che metterò il coriandolo nelle frittelle? Non solo, visto che in questi giorni ci vedo pochino, seguendo (e modificando in parte) una ricetta ritrovata di un'amica.Ma un ingrediente ho visto benissimo ed è il Burro Salato 1889 delle Fattorie Fiandino le quali, partendo dalla domanda "Ma che ci faccio con il burro salato!", hanno deciso di dare vita ad un contest, con la collaborazione di Un tocco di zenzero e dell'editore Araba Fenice. Le trenta migliori ricette verranno pubblicate in un libro dedicato a questo ingrediente.