Indovina chi viene a cena? Uno scrittore. Succede a New York, nella città che non dorme mai e che, evidentemente, non smette mai di pensare a come far marketing di se stessa. Per inciso, non pensiate che lo dica con sprezzo, io adoro la Big Apple e guarda caso ci tornerò tra meno di un mesetto! (e intanto arricchirò questa gallery di libri da leggere ambientati a New York).
Di cosa parlo? Di Book the Writer. Appena ho letto la notizia ho pensato wow! idea fantastica. In pratica, si tratta della possibilità di invitare al proprio club di lettura uno scrittore vero, per chiacchierare con lui (o lei), fargli domande su come nasce la sua scrittura, discutere di tematiche letterarie e perchè no dei suoi libri.
E poi, gli americani sono bravi a farti avere l’effetto “wow”! “Non stiamo parlando di qualcuno che vi chiamerà o chiacchiererà con voi via skype – scrivono infatti i tipi di Book the Writer sul loro sito -, ma di qualcuno che suonerà alla porta del vostro club di lettura, si accomoderà sul vostro divano e si unirà alla conversazione magari con un bicchiere di vino o una tazza di tè”.
Accattivante vero? Ma se siete dalle parti di Manhattan e Brooklyn (questi, infatti, i boroughs di New York in pole position per il servizio), assicuratevi che i vostri gruppi di lettura siano numerosi, perchè c’è una fee da pagare, e non è esattamente a buon mercato: 750 dollari, 400 per l’autore e 350 per Book the Writer.
Lo dice il New York Times in un articolo dedicato all’iniziativa, e dà anche la sua interpretazione: in mezzo a librerie che chiudono e reading e tour letterari in precipitoso declino (è davvero questo ciò che accade negli States?) questa è una strada per recuperare (o guadagnare per la prima volta) la visibilità, per essere trovati.
“If I can make it there, I’ll make it anywhere” cantavano Frank Sinatra e Liza Minnelli, e devono pensarlo in parecchi anche tra gli scrittori se la Grande Mela pullula di romanzieri e poeti. Basta dare uno sguardo al portfolio di scrittori “based in Ny” disponibili sul sito di Book the Writer: un centinaio circa. E “cercano casa”.
L’idea comunque mi piace molto (se non fosse per la fee…). Sarebbe bello importarlo anche da noi, magari con un chachet più popolare please! Oppure, se gli scrittori lo facessero per puro e sano piacere di convidisione sarebbe ancora meglio no?