Magazine Cinema
Chi legge regolarmente questo blog, sa bene tutto l'amore che ho sempre avuto, sin dal suo primo film, per Xavier Dolan. Il fatto che ieri, con la sua quinta opera (Mommy), abbia vinto il Prix du Jury al 67° Festival di Cannes (ex-aequo con Jean-Luc Godard), mi ha riempito di una gioia e di un orgoglio senza pari.
Personaggio tanto amato quanto odiato, Dolan ha dalla sua il pregio di fregarsene abbastanza di quello che la gente pensa di lui. Sicuro del suo talento, forte delle sue idee e della sua ambizione, e con la necessità assoluta di raccontare delle storie nel suo modo e nel suo stile, dal 2009 ad oggi, ha sfornato cinque film per i quali ha fatto "tutto da sé": se li è scritti, girati, prodotti, montati, e spesso anche interpretati.
Quando, nel 2012, Dolan ha lanciato su un sito di crowdfunding una richiesta di fondi per produrre il suo film Laurence Anyways, Zazie ha risposto all'appello, cercando di convincere i suoi lettori a fare altrettanto. Poi, ad una improbabile festa parigina, Zazie lo ha incontrato per davvero e, complice un bicchiere di champagne di troppo, ha esordito la conversazione così: "Lo sai, vero, che sei un genio?" (perché si sa, le mezze misure non sono proprio il forte di questa blogger qui).
Ecco, quelle parole lì, io, anche adesso che sto scrivendo da sobria, me la sentirei di dirle ancora.
Nel suo bellissimo discorso di ringraziamento (per scrivere questo post l'ho risentito almeno cinque volte, e ogni volta con un piacere assurdo), Dolan ha detto in pochi minuti delle cose importantissime sul mestiere del cinema.
Rivolgendosi ad una Jane Campion che lo guardava con occhi un po' da "mamma", le ha detto: "The Piano è il primo film che ho visto che abbia veramente definito chi sono, quello che più di ogni altro mi ha influenzato e mi ha dato la voglia di fare cinema, di scrivere delle storie per delle donne belle, vere, con un'anima, una volontà, una forza, e non vittime o semplici oggetti". La Campion (il momento è stato davvero commovente), è corsa ad abbracciarlo.
Rivolgendosi poi ai ragazzi della sua generazione, Dolan ha concluso: "Nonostante la gente abbia il diritto di non amare quello che fate e non amare quello che siete, voi dovete credere nei vostri sogni e fare quello volete, perché insieme potremmo cambiare il mondo, potremmo arrivare alle persone, farle ridere, piangere, cambiare le loro idee, cambiare le loro vite, perché anche gli artisti possono farlo, non solo i politici e gli scienziati.
In pratica, penso che tutto sia possibile per chi sogna, osa, lavora e non molla mai".
Ecco, Xavier, bravo, non mollare mai.
Vedrai che la Palma D'Oro, prima o poi, la vinci.
Questa è stata l'accoglienza riservata al film a Cannes:
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