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Waiting for Catching Fire #1: Recensione di "Hunger Games" - Suzanne Collins

Creato il 21 novembre 2013 da Annie_caffeine @annie_caffeine
Cari visitatori della Tana,
come molti di voi sapranno, esattamente tra cinque giorni uscirà in Italia il secondo film della saga Hunger Games, La ragazza di fuoco.
Così, per tenervi compagnia nell'attesa (e anche per fangirlare un po'), ho deciso di proporvi alcuni post speciali.
Dato che non lo avevo ancora fatto, oggi recensisco Hunger Games, primo libro della trilogia.
In Italia il libro è uscito in prima edizione nel 2009 per Mondadori, conta 256 pagine e costa €17,00.


TRAMA
Quando Katniss urla "Mi offro volontaria, mi offro volontaria come tributo!" sa di aver appena firmato la sua condanna a morte. È il giorno dell'estrazione dei partecipanti agli Hunger Games, un reality show organizzato ogni anno da Capitol City con una sola regola: uccidi o muori. Ognuno dei Distretti deve sorteggiare un ragazzo e una ragazza tra i 12 e i 18 anni che verrà gettato nell'Arena a combattere fino alla morte. Ne sopravvive uno solo, il più bravo, il più forte, ma anche quello che si conquista il pubblico, gli sponsor, l'audience. Katniss appartiene al Distretto 12, quello dei minatori, quello che gli Hunger Games li ha vinti solo due volte in 73 edizioni, e sa di aver poche possibilità di farcela. Ma si è offerta al posto di sua sorella minore e farà di tutto per tornare da lei. Da quando è nata ha lottato per vivere e lo farà anche questa volta. Nella sua squadra c'è anche Peeta, un ragazzo gentile che però non ha la stoffa per farcela. Lui è determinato a mantenere integri i propri sentimenti e dichiara davanti alle telecamere di essere innamorato di Katniss. Ma negli Hunger Games non esistono gli amici, non esistono gli affetti, non c'è spazio per l'amore. Bisogna saper scegliere e, soprattutto, per vincere bisogna saper perdere, rinunciare a tutto ciò che ti rende Uomo.

LA MIA OPINIONEEsattamente come è successo per la serie di Harry Potter, ho scoperto questo libro grazie al film. Sarà un caso che anche questa sia diventata una delle mie serie preferite?
In un futuro imprecisato, il Nord America è diventato un territorio molto diverso da quello che conosciamo oggi. Il suo nome è Panem ed è stato diviso in dodici distretti, ciascuno basato su un'attività lavorativa specifica: la pesca, l'agricoltura, il settore tessile, quello elettronico e così via. Ai distretti fa capo Capitol City, ricchissima capitale che attinge le sue risorse da ciascuno dei distretti.
Settantaquattro anni prima dal racconto della storia di Katniss, una terribile guerra civile ha sconvolto Panem, dato che i tredici distretti si sono ribellati alla capitale. Capitol City è riuscita a tenere testa alla ribellione e da allora, per ricordare agli abitanti dei distretti la loro ribellione, non solo è stato distrutto il Distretto Tredici, ma sono stati istituiti gli Hunger Games, un reality show in cui i partecipanti combattono all'ultimo sangue, finché non ne resta in vita soltanto uno.
La storia di Katniss comincia la mattina della mietitura, cerimonia durante la quale vengono scelti i due ragazzi - un maschio e una femmina tra i 12 e i 18 anni - che ogni distretto dovrà mandare a combattere negli Hunger Games.  La protagonista abita nel Distretto 12, uno dei più poveri, in cui si estrae il carbone dalle miniere.
Scopriamo immediatamente che da quando è morto suo padre, non ha avuto affatto vita facile, dato che la responsabilità per la sopravvivenza della sua famiglia è piombata sulle sue spalle.
Il fatto che Katniss sia la voce narrante del libro ci consente di vivere a pieno non solo la storia, ma anche le sue sensazioni e le sue emozioni.
E' una ragazza forte, decisa, ha eretto intorno a sé una corazza che le per permetta di essere distaccata. Katniss ha una sola debolezza, ed è l'amore per sua sorella, ed è proprio questo amore a spingerla senza esitazione ad offrirsi volontaria quando Prim viene sorteggiata alla mietitura.
Insieme a lei, a partire per l'Arena degli Hunger Games è Peeta Mellark, il figlio del fornaio, che Katniss conosce già perché una volta le ha salvato la vita, evitandole di morire di fame.
Ma Katniss adesso ha altro a cui pensare: deve sopravvivere all'arena e tornare a casa.
Come vi ho accennato già più volte, Katniss in questo primo volume mi è piaciuta molto come protagonista: è sicuramente una ragazza forte ma insieme fragile, e che i ritrova improvvisamente a dover affrontare una lotta all'ultimo sangue. Vuole sopravvivere non per sé stessa, quanto per la sorella, per garantirle un futuro migliore, e devo dire che questo è l'aspetto della sua personalità che ho apprezzato di più.
Devo dire che vivere gli Hunger Games dal suo punto di vista è stato molto interessante, dato che le dinamiche del gioco sono illustrate benissimo, e dato che si affronta la lettura attraverso il PoV privilegiato di uno dei tributi, si capisce non solo la difficoltà di alcuni momenti nell'arena dati dalla necessità di sopravvivere, ma anche la necessità di combattere, di annientare gli altri, di scegliere tra uccidere o essere uccisi, di perdere ciò che c'è di umano in una persona per diventare qualcos'altro. Gli Hunger Games sono un gioco di pura sopravvivenza, e le scene che vediamo nell'arena sono crudeli e scioccanti, dipinte a tinte forti, tanto da restare indelebili non solo nella memoria di Katniss che le vive, ma anche in quella di chi legge.
Ho apprezzato sicuramente il personaggio di Peeta, che bellezza e attore che lo interpreta nel film a parte, è un personaggio molto diretto e sincero, di quelli che ti si intrufolano nel cuore e fai fatica a mandare via, tanto che alla fine fai pace con il te stesso lettore e capisci che in fondo non ti dispiace lasciarlo lì.
Il rapporto che ha con Katniss, visto dal suo punto di vista, è estremamente chiaro: ha una cotta per lei da anni, il pensiero di doverla uccidere lo distrugge. Dall'altro lato Katniss non ricambia questi sentimenti, ma non per questo non si sente legata a lui: Peeta le ha salvato la vita e lei si sente tremendamente in debito con lui. Semplicemente, non può ucciderlo.
Tra i personaggi che ho apprezzato di meno c'è sicuramente Gale, e non perché sia un po' il rivale in amore di Peeta, ma semplicemente perché lo trovo egoista e francamente antipatico.
Molto di più ho apprezzato Haymitch, che nonostante l'ubriacatura perenne e il sarcasmo, è un personaggio schietto e diretto, senza troppi fronzoli.
E' un romanzo molto ben costruito, gli eventi sono ben narrati e ben descritti, e tutto scorre velocemente in un susseguirsi di eventi scioccanti ed emozioni forti.
Oltre ad essere ben costruito il romanzo, è ben costruita anche l'ambientazione: il futuro imprecisato in cui è ambientato potrebbe essere lontanissimo o anche molto vicino, perché ha dei caratteri un po' fantascientifici, ma anche molto realistici. E' ben descritta anche la gerarchia del potere e il funzionamento dei distretti. A governare Panem è un dittatore, il presidente Snow, che presenta gli Hunger Games come occasione di divertimento ma in realtà da così dimostrazione del forte potere di Capitol City, che potrebbe annientare, come ha fatto con il Distretto 13, anche gli altri.
In questo sistema tutti sono delle vittime dello strapotere di Snow, non solo gli abitanti dei distretti, ma anche i personaggi più potenti. Tutti hanno il compito di mantenere l'ordine, stare al proprio posto e fare ciò che viene loro imposto.
Questi elementi sono ormai ricorrenti in tantissimi romanzi, tanto che ormai davvero non riesco più a leggere nessun romanzo distopico senza che questo mi ricordi in qualche modo Hunger Games. Suzanne Collins  riuscita non solo a scrivere un grande romanzo, ma a creare un vero e proprio trend. Con ciò non voglio dire che prima di Hunger Games non siano stati scritti altri romanzi distopici, ma semplicemente che questo ha avuto una risonanza è un successo a livello mondiale tale da determinare appunto la creazione di un trend.


Il mio voto per questo romanzo è cinque riccetti. Non poteva essere altrimenti!
Ovviamente aspetto le vostre opinioni su questo romanzo, e vi do appuntamento a domani con un altro post speciale dedicato alla serie.
Non mi resta che ringraziare le care Amaranth e Angharad per aver organizzato la lettura di gruppo dedicata ai primi due volumi della serie e avermi così ispirata a rileggerli. 

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