Il Natale si avvicina. I giorni di clausura con la Marmocchia malata ci hanno catapultati nella seconda metà di dicembre lasciandoci con troppo poco tempo e troppe cose da fare: regali da comprare, amici da incontrare e pranzi natalizi da spartire in maniera equa tra i membri del parentado. A tutto ciò si è aggiunta la preparazione della festa di Natale alla scuola materna. Domani è il gran giorno e c’è gente che stanotte non riesce a chiudere occhio…
Ora, ci si potrebbe chiedere come l’allegra famigliola si stia preparando al Natale. Prima di tutto c’è da dire che ormai dall’inizio del mese contiamo i giorni che ci separano dalla notte della Vigilia seguendo due strumenti di ultima generazione: il Pallendario dell’Avvento e il Calendario delle Sorprese (che vedete entrambi nelle foto qui sotto, nel loro pieno splendore tecnologico):
E giusto per farvi un esempio di come un membro a caso dell’allegra famigliola possa trascorrere una giornata pre natalizia, ecco qui il mio resoconto di oggi:
ore 14.45 consegna regalo per pupo amica; di fretta, sul portone, ci aggiorniamo in tre minuti primi e dieci secondi circa sulle nostre vite negli ultimi sei mesi, ci auguriamo buon natale, buon anno e per risparmiare tempo sui prossimi incontri anche una serena Pasqua e felici ferie estive, consapevoli che solo due mamme potrebbero avere una conversazione tanto surreale quanto sconclusionata, riuscendo perfino a capirsi;
ore 15.15 in coda in banca per operazioni in agenda da mesi; al mio turno l’impiegato allo sportello decide che è bene fare un po’ d’ordine nella mia posizione e mi chiede (urlando come se mi trovassi dall’altro capo del paese) “le mail le mandiamo sempre all’indirizzo vale punto hiphop? hip hop? ma hip hop come la musica dei ragazzacci di strada?“. Silenzio. Una vecchina mi guarda inorridita. Il tipo dietro di lei mi fa un occhiolino come a dire “ammazza come sei gggiovane a al passo coi tempi, mi ti ci farei in un lampo“. Ma a pensarci bene potrebbe avere semplicemente un bruscolino in un occhio. Aggiorno i dati personali con indirizzo di posta elettronica meno adolescenziale e non soggetto a censura e riprendo a correre come una scheggia impazzita.
Corro, corro. Corro così veloce che a volte temo che prima o poi riuscirò a seminarmi.
Ore 15.45 ritiro nana da scuola, ascolto istruzioni della maestra per lo spettacolo di domani corredate da parole ben scandite, gesti ampi e materiale di supporto audiovisivo. Il genitore dopo di me se la cava con un “ci vediamo domani allo spettacolo“. Il che mi fa pensare che la maestra non abbia ancora dimenticato la storia della “casellina per le comunicazioni” (ogni bimbo ha una casellina in cui vengono messi gli avvisi per i genitori. L’esistenza della suddetta è stata scoperta dalla sottoscritta a novembre inoltrato, quando una parte della stessa era crollata sotto il peso delle comunicazioni accumulate. Da allora temo che la maestra mi abbia assegnato il ruolo di “scema del villaggio“).
Ore 16.15 inizia la preparazione delle cupcakes natalizie per la festa di domani (per dovere di cronaca non è che io mi sia presentata a scuola saltellando con la mano alzata mentre gridavo”io, io, li faccio io i dolci per la festa”! No, sono semplicemente stata raggirata dalla perfida rappresentante di classe);
ore 16.45 in cucina sembra esplosa un bomba; inveisco dapprima contro le cupcakes che non lievitano abbastanza, poi contro i confettini decorativi che stanno inscenando una protesta in piena regola contro l’attaccamento alla glassa e prendono a scivolare lungo i bordi e via dritti sul pavimento; infine decido di convogliare i miei più sentiti “alimortacci” contro il foglio di carta trasparente che, sulla scia degli impiegati postali, degli insegnanti e dei confettini decorativi, ha categoricamente deciso di non prestarsi in alcun modo a far da confezionamento ai miei dolci;
ore 17.30 dopo scenata isterica che avrebbe fatto impallidire l’esorcista, vengo salvata dal provvidenziale arrivo del Ninnatore. Decido comunque che odierò la rappresentante di classe fino alla fine dell’anno scolastico.
Ma alla fine, nonostante tutto, il risultato è questo:
ore 20 cena con amiche marmocchio free, con conversazione marmocchio free e pensieri marmocchio free. Il mio cervello si rianima.
ore 20.05 mi manca la nana
ore 23 di nuovo a casa. Finisco di scrivere un capitolo di quello che sarà il romanzo che darà na’ svolta seria alla mia carriera (non è noto ancora se in maniera positiva o negativa)
ore 1.05 spengo il pc e mi accingo a stramazzare al suolo lungo il corridoio.
Precisazione di servizio sull’ultima foto: è l’una passata, sono in piedi da circa 19 ore e il fatto che a quest’ora mi metta a fotografare dolcetti è già di per sè abbastanza agghiacciante. Perciò, per favore, non abbiatene a male se la foto è sfocata e di pessima qualità. Converrete con me che svegliare il Ninnatore per chiedergli se per caso abbia voglia di tirar fuori la sua reflex per immortalare i miei capovalori culinari, forse potrebbe rivelarsi una pessima, pessima idea.
Buona notte a tutti!