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Waiting for you

Da Bussola
Quando ho scoperto di essere in attesa sembrava che il parto fosse lontano anni luce, e invece senza neanche me ne rendessi conto sono volati quasi otto mesi oramai. Ed eccomi qui, con questo pancione grosso come un mappamondo, con queste gambe gonfie e con queste sensazioni ed emozioni che all’epoca mi sembravano lontane anni luce. Ci sono arrivata, ci sono arrivata anche io come tutti, a questo traguardo, che in molte situazioni mi sembrava appannaggio solo di altre.
Ho preparato la borsa dell’ospedale, ho fatto la visita con l’anestesista, l’ennesima con il ginecologo e l’ecografista, ho ultimato la stanzetta del piccolo, ho comprato le ultime tutine e i primi libri di favole, e ora devo solo aspettare che passino queste ultime settimane.
Non ho paura del parto. Forse è troppo presto ancora per dirlo, forse avvicinandomi alla dpp un po’ di ansietta mi salirà, ma al momento mi sento serena. Quando feci l’amniocentesi, tutti mi tranquillizzavano dicendomi di stare tranquilla, che non era nulla di terribile, e io mi chiedevo perché lo dicessero, io tranquilla lo ero realmente. La puntura in se non mi preoccupava, il dolore nemmeno, il rischio di fare un danno al bambino forse un poco ma mi fidavo del medico. E’ dei risultati che un po’ temevo l’esito, anzi un po’ molto. Non so se sarei stata in grado di sostenere una grave patologia del bambino, e per fortuna non lo saprò mai, perché i risultati dell’amniocentesi andarono più che bene. Il dottore mi fece i complimenti, perché durante il prelievo io fui serena rendendo molto agevole l’operazione.
Mi sta accadendo la stessa cosa per il parto. Sono serena, in qualche modo questo bambino uscirà fuori, anche se è un bimbo grande, anche se non sarà facile. Abbiamo fatto tanto per arrivare fino a questo punto che pensare di dover temere proprio quest’ultima parte proprio non mi va.
Se penso a quello che è successo in questi otto mesi, un parto è cosa da poco. Pensare che un solo spermatozoo affronta una concorrenza di migliaia di altri spermatozoi superandoli tutti per penetrare nella cellula ovulo, una volta avvenuto l’innamoramento tra ovulo e spermatozoo il primo si ispessisce evitando di esser penetrato da altri. A questo punto inizia la danza della vita, da una cellula se ne formano due, da due a quattro, da quattro a otto e così via finchè non si forma la morula e poi la blastocisti che si annida nell’utero. Le cellule diventano quindi tessuti e si forma un cuore, un cervello, due occhi, due braccia e due gambe. Ogni cellula sa cosa deve fare, va al suo posto e tiene testa al suo compito. Tanti piccoli soldatini, tutti efficienti, tutti puntuali. E le cellule, formano i tessuti e i tessuti formano gli organi e gli organi formano il bambino. Così un bimbo nasce da quelle che erano solo due cellule. Se non è un miracolo la vita, cosa lo è?
Davanti a questo evento incredibile, beh si, il parto è cosa da poco.
Domani parto, ritorno al mare. Ho ultimato tutte le mie incombenze medico- sanitarie che in questo percorso non son state poche, posso quindi sguazzare al mare serena che qui per il momento ho fatto tutto. Vado a rilassarmi prima di ritornare a fine agosto nella grande capitale in attesa dell’ultimissimo periodo prima del parto. Non so se scriverò post sul blog, a volte vorrei riuscire a farlo per fermare il più possibile i momenti di questo periodo così straordinario della mia vita, a volte penso di no, perché sento comunque la necessità di starmene un po’ tranquilla per conto mio. Vi lascio per ora alcune foto di me e Nicolò che a piccoli passi ci prepariamo al grande incontro.
Buone Vacanze
Waiting for you
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PS: Ho rinnovato lo stile del blog. Vi piace?

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