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Wake wood è il male che si nutre della tua anima lasciandoti solo le briciole. In questo splendido film non ci sono demoni, non c'è magia nera, non ci sono né mostri né streghe, solo piccoli uomini che accettano qualsiasi compromesso pur di non morire dentro. La piccola Alice viene a mancare in circostanze terribili e il dolore che accompagna i genitori lungo il percorso verso la sua resurrezione è rappresentato come una moderna Via Crucis che non lascia spazio all'horror di vecchio stampo. Il film è lento e riflessivo e un merito della clamorosa sceneggiatura è quello di mostrare che anche nella disperazione più grande, padre e madre non litigano mai e assieme trovano il modo di riavere il loro amore, anche se significa entrare in contatto con l'ignoto che dimora dentro al bosco. La famiglia non è perfetta ma l'amore che la unisce, sì. Patrick è un veterinario vero. Non è lo stupido stereotipo dell'insulso "amante degli animali" e compie degli atti che in più di qualche occasione rendono difficile la digestione. Favolosa la scena di uccisione del toro bianco. Proprio il suo intenso lavoro farà precipitare la situazione quando, per motivi sconosciuti, un toro schiaccerà a morte il suo padrone. Infatti il cadavere del povero malcapitato verrà utilizzato per compiere il rito di resurrezione di Alice.
Il patto sarà stipulato con degli sciamani che non hanno nulla a che vedere con tutto quello di cui siamo stati testimoni in tanti anni di horror demoniaco. Sono persone normali che assomigliano di più a cacciatori che a maghi. Il rito è qualcosa che non è possibile raccontare e che deve essere visto. Assolutamente.
Il dolore prima, l'oscenità durante e il terrore dopo, fanno di questo film un gioiello da non lasciarsi scappare. La sceneggiatura è complessa e molto ben strutturata, introducendo concetti Kinghiani da "Pet cemetery" e strizzando l'occhilino allo "Shining" di Kubrick, senza tralasciare, nel mezzo, omaggi al mito del "Golem". L'introduzione di monili tipicamente indiani (d'America) e della figura del "whopi" fanno presagire un amore profondo del regista per questa civiltà e creano uno stravagante connubio di culture che rende la visione molto suggestiva.
Il signor David Keating si diletta in regia, scrittura e sceneggiatura, con la completa sufficienza nel primo punto e raggiungendo l'eccellenza nei secondi due. Questo signore di cinquant'anni non ha una grande produzione alle spalle, ma se questo è il risultato di un'attesa di quindici anni dal suo ultimo film credo proprio che darò un'occhiata al suo operato. La regia in effetti non è delle migliori e ogni tanto si nota la predominanza fisica dei due attori principali: Eva Birthisle (già vista nel bellissimo "The Children") e il bravo Aldan Gillen ("The Wire", e nel nuovo "Game of throne"). Non dimentichiamo che la produzione è della mitica Hammer ("Let me in") che con questa pellicola riapre completamente i gloriosi battenti in grande stile.
Le ambientazioni sono perfettamente selezionate. Non splende mai il sole, si cammina sempre nel fango e la pioggia, anche se leggera, non smette mai di scendere. Un'Irlanda senza scogliere, sprofondata nel male delle sue foreste che nascondono orrori innominabili.
La piccola Alice (l'ermetica Ella Connolly, alla sua prima prova d'attrice) è al centro della storia ma non ne esce come lo stereotipo della "bambina terribile" ma piuttosto come il risultato di un errore di calcolo di un manipolo di strani esperti che usa un potere antico e pericoloso, credendo di aiutare ad alleviare un dolore troppo grande per essere placato da un breve incontro di tre giorni.
Non aspettatevi di vedere uno di quei film in cui viene evocato qualche strano spirito malvagio; no, Wake wood darà una scossa ai vostri sensi più profondi e non guarderete più un bosco con gli stessi occhi di prima.
Il finale del film è "il perturbante" in una delle sue accezioni più vivide. Completo, profondo e malvagio, senza nessuna speranza di redenzione. Questo è Wake wood: non un capolavoro e neanche sostenitore di originalità, ma un film che sa sconvolgere quando alla fine di tutto, lo sguardo malato di Patrick incrocerà il vostro.
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