Semi-documentario che brilla di luce propria
Pellicola che racconta un popolo, Walesa – L’uomo della speranza è il biopic sul leader di Solidarnosc, sulla sua trasformazione da operaio a rappresentazione di una Polonia incatenata dal regime sovietico e priva di diritti e doveri nel campo del lavoro.
Nel 1970 la polizia soffoca nel sangue la rivolta degli operai navali di Danzica. Lech Walesa viene arrestato e costretto a firmare un accordo di collaborazione con la polizia. Lo fa per tornare a casa dalla moglie Danuta e dai suoi figli. Tuttavia sarà la prima e ultima volta che scenderà a patti con lo Stato, diventando il carismatico leader di Solidarnosc.
Mancava un tassello nella filmografia di Wajda, un regista che ha impegnato la sua vita a raccontare la sua terra e le sue trasformazioni politiche e sociali. Mancava un pezzo di un puzzle chiamato Lech Walesa, un operaio che durante un lungo ventennio ha sostenuto il suo popolo e ha combattuto per lui. E la pellicola diretta da Wajda riesce nel suo intento di raccontare con intensità morale e con partecipazione, miscelando la narrazione con documenti autentici e sequenze di finzione, quasi a voler sviluppare la Storia senza remore e accompagnare lo spettatore nei meandri della lotta proletaria caratterizzata da solidarietà e ferma volontà.
Tuttavia il rischio di scivolare su una messinscena televisiva c’era. Tutto ciò a causa di una narrazione lineare, scandita da eventi storicamente fondamentali, nei quali il lato documentaristico della pellicola faceva spesso capolino. Eppure lo scivolone viene evitato grazie alle brillanti interpretazioni di Robert Wieckiewicz (un Walesa carismatico, controverso e per alcuni aspetti prepotente) e di Agnieszka Grochowska (una Danuta, moglie del leader, caratterizzata da una brillante scrittura che la vede parte integrante delle prese di posizione del marito).
Insomma Wajda costruisce una pellicola nella quale la Storia fa spesso breccia oltre lo schermo cinematografico, una vicenda contraddistinta da una sceneggiatura travolgente e da una messa in scena aderente in modo mimetico allo stralcio storico, che Wajda è interessato a raccontare. Tutto ciò nonostante il sottoritmo imperante e la volontà di informare e far conoscere, qualità che richiede notevole attenzione da parte dello spettatore.
Uscita al cinema: 6 giugno 2014
Voto: ***1/2