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Pfister (1961), americano, è noto per essere stato il d.o.p. di Christopher Nolan da Memento in poi; in particolare il suo lavoro su Inception gli ha fruttato l'Oscar per migliore fotografia. Nel 2014 ha esordito alla regia con Transcendence, prodotto dallo stesso Nolan.
-Transcendence
USA 2014 - fantascienza - 119min.
In un vicino futuro, una coppia di brilanti scienziati (Johnny Depp e Rebecca Hall) sta mettendo a punto un supercomputer quantistico in grado di immagazzinare al suo interno i dati provenienti dal cervello di animali assumendone la coscienza. Il progetto desta stupore ma anche paura nella società civile, e si attira l'odio di un gruppo di hacker-terroristi che attenta alla vita del dottor Caster, avvelenandolo. Ormai in fin di vita, il dottore decide di usare i suoi ultimi giorni per avviare la fase di sperimentazione umana: la dottoressa Evelyn assieme al loro amico e collega Max (Paul Bettany) lavora per trasferire i dati cerebrali del dottor Caster al supercomputer, e la cosa sembra funzionare. La nuova entità, collegandosi alla rete acquista potenzialità sconfinate dai risvolti inquietanti.
Per certi versi debitore di molta cinematografia fantascientifica del Sol Levante (immancabili i riferimenti a Ghost in the Shell e Andromedia), per altri affine all'idea Cronenberg-iana di fusione uomo-macchina dai risvolti sia perversi che romantici (vedi Crash e La mosca), l'esordio alla regia di Pfister mostra anche un'indubbia personalità nella costruzione della vicenda, che mischia elucubrazione mentale ed azione (con la prima predominante rispetto alla seconda) nella classica maniera Nolan-iana, ma con una componente filosofica ancor più esplicita. Apprezzabile il tentativo di mettere in scena una fantascienza non lontana da noi (come il Kubrick-iano Arancia meccanica) e che parta da basi scientifiche attuali (i computer quantistici sono una realtà dal 28 giugno 2013, quando è stato presentato il primo computer di questo tipo messo sul mercato, D-Wave) per immaginare scenari futuri non così utopici (o distopici!). Il punto di vista di Pfister e dello sceneggiatore Jack Paglen sulla tecnologia è ambivalente: se ne mostrano pregi e difetti potenziali e non si capisce bene quale sia la presa di posizione, anche se il finale pare optare per una visione tutto sommato ottimistica. Il film concede poco alla spettacolarità Hollywoodiana, e questo a mio parere è solo un pregio della pellicola: troppa fantascienza americana attuale (Elisyum, Oblivion) ha sprecato buone idee soffocandole dentro pompatissimi action movies. Il recupero di questo approccio intimista alla fantascienza (almeno per quanto riguarda il cinema mainstream; in ambito indipendente infatti ci ha già pensato Shane Carruth con il cult Primer del 2004) è forse il merito principale del film; quindi chi si aspetta alte dosi di azione rimarrà deluso. Vero è che il film ha sporadici cali di ritmo, specie nella parte centrale, e nel finale qualche perplessità sulla logica degli avvenimenti si fa sentire, ma non sono difetti tali da giustificare la fredda accoglienza critica che il film ha ricevuto in patria.
Bene il cast (con diversi volti Nolan-iani), gradevoli le musiche, ben implementati gli effetti speciali.
Co-prodotto con una società cinese, il film uscirà in oriente anche in versione 3D; francamente non ne ho sentito affatto la necessità, quindi mi sento di consigliare la versione attualmente in sala.
Voto: 3/5
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