
"La partenza di Martyn ormai è inevitabile", ha dichiarato la solita gola profonda al Telegraph alla vigilia del meeting. Dovesse realizzarsi l'ipotesi, verrebbe messa in discussione l'indagine condotta da Fran Cotton sulla spedizione in Nuova Zelanda, segnata da alcuni casi accaduti fuori dal campo che hanno attirato l'attenzione dei media e segnato la RWC inglese. Nella commissione che dovrebbe tirare le fila della gestione della nazionale, compare anche il nome di Lawrence Dallaglio.
Il prossimo appuntamento in calendario è previsto per il 2 dicembre. Nel frattempo, Johnson osserva in silenzio, forse sfidando un'autorità di fatto traballante. Cotton non lo sopporta più di tanto, Thomas gli dà un mezzo ben servito, la critica al solito non manca. Non ha ancora svelato le sue carte, ma all'interno della RFU c'è chi lo vuole nuovamente in sella, a patto che accetti una revisione dei ruoli per ciò che riguarda lo staff della nazionale. tanto per lasciar spazio al ritorno del "demiurgo" nonché unico vincitore di un titolo mondiale nell'Emisfero Nord, Sir Clive Woodward. A questo punto, occorrerà attendere il 17 novembre, quando si incontreranno i rappresentanti di RFU, Premiership e Players' Association per dire la loro sul Mondiale. Non solo analisi di quanto successo: ovviamente sullo sfondo ci sono i giochi di potere su come impostare il prossimo Mondiale in casa.
Gli amici descrivono un Johnson uscito "esaurito" dal torneo, ma convinto di poter migliorare le cose se gli venisse concesso altro tempo.
Per quanto riguarda Thomas, in cambio del suo addio dopo sei anni nel board della federazione, potrebbe arrivare un'offerta per la carica di chairman della compagnia England Rugby 2015 Limited, creata dopo che l'isola si è accaparrata i diritti per i prossimi Mondiali. Bisognerà vedere quanti coltelli voleranno nelle prossime ore.