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War horse

Creato il 28 febbraio 2012 da Misterjamesford
War horseRegia: Steven SpielbergOrigine: UsaAnno: 2011Durata: 146'
La trama (con parole mie): Ted Narracott, ruvido ex soldato e contadino del Devon, abbagliato dalla bellezza e dal carattere di un puledro acquista l'animale spendendo tutti i suoi risparmi in barba al padrone dei suoi terreni Lyons, da sempre in rivalità con lui.Il figlio di Ted, Albert, stringe con Joey - questo il nome che viene dato al quadrupede - un'amicizia da subito fortissima, tanto da rimanere profondamente scosso quando, a causa di un raccolto andato male e dell'inizio della guerra, suo padre è costretto a vendere il cavallo ad un capitano dell'esercito inglese.Albert, ancora troppo giovane per arruolarsi, promette al suo inseparabile nuovo amico che un giorno o l'altro si ritroveranno: dovranno però entrambi attendere la fine del conflitto e vivere drammi e difficoltà prima che la vita possa riunirli.
War horse
Ci ho provato. Ci ho provato davvero.Avrei voluto essere travolto dalla bellezza delle immagini, dalla qualità - indiscutibile - delle riprese, dai carrelli e dalla fotografia, dall'emozione in pieno stile Academy, da quella che dovrebbe essere la magia dei vecchi tempi, dalle parti degli anni ottanta del "telefono, casa" e di Rossella O'Hara.Avrei davvero voluto difendere questo film a spada tratta contro il mio antagonista Cannibale, e tirarci fuori una bella Blog War extra per il nostro percorso di rivali.Ma non ce l'ho fatta.War horse è andato davvero oltre anche per me, con il mio amore per i Classici ed il Cinema americano old school.War horse è così tanto, così troppo, da far sembrare Salvate il soldato Ryan una sorta di inno antiretorico.La vicenda di Joey il cavallo virtuoso, uscita dritta da una favola che va ben oltre la concezione tipica del made in Usa "larger than life" e che vorrebbe essere un omaggio sentito ed emozionante ai tempi di Via col vento e Com'era verde la mia valle coglie lo spirito dei suddetti Capolavori nel modo più sbagliato possibile, premendo così tanto sull'acceleratore della lacrima facile da diventare ridondante e, a tratti, involontariamente ridicolo - l'intera sequenza del nonno con la nipote, o il ricongiungimento di Albert e Joey, entrambi feriti, sul finire della guerra, sono roba da rimanere a bocca aperta per lo stupore, prima di scatenare una tempesta di bottigliate sulla testa di Spielberg - rendendo così inutili le presenze di attori validi come Peter Mullan e Niels Arestrup - entrambi più che sprecati - e le acrobazie con la macchina da presa del vecchio Steven, che tecnicamente resta un regista da ammirare ed amare, nonchè da studiare da parte di chiunque voglia iniziare un percorso nel mondo della settima arte, ma sicuramente - come, visto che si parla di due tra i candidati al miglior film selezionati quest'anno dall'Academy, è stato per Scorsese - perduto dietro un compiacimento ed un'autoreferenzialità totalmente imbarazzanti, in grado di affossare anche l'intensità delle sequenze più riuscite.Davvero un peccato, perchè a prescindere dalla materia piacerebbe sempre vedere un cineasta di questo calibro alle prese con script degni di nota in grado di esaltarne la tecnica, e anche perchè, a ben guardare, War Horse non è un film brutto nel senso più ampio ed universale del termine.Molti lo ameranno, e da un certo punto di vista posso anche capire il perchè.Il fatto è che questo non è il vero Spielberg, quello che ha fatto sognare una generazione - e più - di ragazzini facendo loro credere alle meraviglie del Cinema.Il fatto è che War horse non è un omaggio ai Grandi Classici, perchè risulta già inesorabilmente più vecchio dei titoli cui vorrebbe essere associato - in questo senso, andatevi a rivedere Sentieri selvaggi di John Ford, che con i cavalli non c'entrerà nulla, ma mostra molte più palle di quante questa polpetta buonista di Spielberg si può solo sognare, o Un uomo tranquillo, che pur nell'atmosfera quasi bucolica di una commedia agreste inserisce un tema di fondo drammatico mai invasivo o sfruttato nel suo eccesso -.Il fatto è che non è necessario, in un passaggio idealmente potentissimo, fotografato, girato e montato da leccarsi i baffi come quello dei due soldati che abbandonano le rispettive trincee per liberare Joey dal filo spinato dover a tutti i costi esagerare - dai dialoghi imbarazzanti alle tronchesi lanciate a pioggia dai commilitoni rimasti ai loro posti, passando dall'immagine del cavallo non imprigionato dal filo spinato stesso, quanto praticamente infagottato come un culatello - quasi andando a minacciare il pubblico in sala di versare una lacrima per il povero cavallino ferito, pena una nuova visione dell'intera pellicola, questa volta in 3D.Il fatto è che non è necessario essere a tutti i costi, sempre e comunque larger than life per essere larger than life.Lo sapeva bene un altro grande genio dei tempi d'oro del Cinema americano.Un tizio scomodo, che fu malvisto dall'Academy, dalla critica e spesso anche dal pubblico.Un regista che era grosso di fama - pur se non sempre positiva - e di fatto.Un signore che si chiamava Orson Welles.Forse, prima di pensare a Maestri che non potrà in nessun modo eguagliare - John Ford su tutti - il buon Spielberg dovrà cominciare a pensare - o tornare a farlo - che l'illusione e la meraviglia non dipendono dai mezzi messi in campo per realizzarle.O dalle statuette vinte.Un pò come il suo cavallo che salta oltre il tank.Vecchio volpone d'uno Steven, come puoi pensare che io possa credere ad una cosa in cui non credi più neanche tu?
MrFord
"Walk on, walk on
what you got they can't steal it
no they can't even feel it
walk on, walk on...
Stay safe tonight."U2 - "Walk on" -
 

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