Il 28 luglio cadeva il centenario dell'inizio della Grande Guerra e al buon Kelvin di Solaris è venuto in mente di organizzare una rassegna di blogger dove ognuno avrebbe parlato di un film che avesse per tema la guerra, ovviamente a scopo pacifista. La mia scelta è caduta quindi su La guerra lampo dei Fratelli Marx (Duck Soup), diretto nel 1933 dal regista Leo McCarey.
Trama: Per continuare ad ottenere prestiti dalla ricca Signora Teasdale, Rufus T. Firefly viene nominato capo del governo di Freedonia, una nazione sull'orlo della bancarotta. L'uomo però si dimostra un folle dittatore e decide di dichiarare guerra alla vicina Sylvania...
Per cominciare a parlare de La guerra lampo dei Fratelli Marx in relazione a quello che noi blogger vogliamo celebrare sarebbe bene partire dal titolo originale, Duck Soup. Duck Soup è un vecchio modo di dire americano e, tradotto in italiano, sarebbe "Un gioco da ragazzi", una cosa facile da fare. Purtroppo, e lo sappiamo bene nonostante la gran parte di chi legge il Bollalmanacco molto probabilmente non avrà mai avuto esperienza di eventi tanto terribili, non c'è nulla di più facile che dichiarare guerra, imbracciare le armi, uccidere soldati o inermi civili e farsi condurre alla rovina da chi è bravo a giocare con le parole ed il disagio delle persone, facendo leva su religione, razzismo, interessi economici. I Fratelli Marx affrontano l'orribile facilità e faciloneria della guerra con il sorriso, prendendo in giro a modo loro (ovvero in modo scanzonato e divertente, da avanspettacolo, mai malinconico come accadeva invece con Charlie Chaplin) le grandi dittature che in quegli anni si stavano affacciando cupe nel panorama politico Europeo e creando le due nazioni di Freedonia e Sylvania, i cui nomi già di per sé darebbero un'idea di libertà e pace se non fosse per i problemi economici della prima e per la smania di potere dei governanti della seconda. I vertici di Freedonia, costretti a chiedere prestiti all'abbiente signora Teasdale, vengono costretti da quest'ultima a far salire al potere Rufus T. Firefly, un pazzoide dall'animo anarchico e dalle idee fasciste, una mina vagante i cui capricci e deliri lo porteranno a litigare con l'ambasciatore di Sylvania: paradossalmente, l'amore del popolo verso un simile psicopatico è tale che tutti combatteranno fino allo stremo una guerra assurda e priva di motivazioni alcune, zeppa di spie e doppiogiochisti, perché tanto "Tutti i figli di Dio hanno i fucili", alla faccia dell'inno di Freedonia, beffardamente ripetuto per tutto il film, che proclama lo staterello come "Terra dei coraggiosi e dei liberi".
Tutto ciò che ho scritto sopra, ovviamente, è soltanto nella mia testa perché lo stesso Groucho Marx disse che La guerra lampo dei Fratelli Marx non ha alcun significato ma è solo l'opera di quattro ebrei che cercano di strappare una risata... e allora, che diamine, ridiamo ed esorcizziamo lo spettro della guerra! E' impossibile non farlo visto che Groucho, Chico e Harpo in questa pellicola sono a dir poco esilaranti e snocciolano battute e gag senza dare un attimo di tregua allo spettatore: il film è del 1933 ma si ride oggi come allora, soprattutto per i surreali dialoghi e monologhi di Groucho e Chico, in grado di spiazzare personaggi e spettatori e di scolpirsi nella memoria come imperituri aforismi adatti ad ogni circostanza (Quest'uomo parla come un idiota e sembra un idiota, ma non lasciatevi ingannare: E' un idiota!). Immancabile contraltare alla simpatica logorrea dei fratelli è, ovviamente, la fisicità di Harpo, come al solito muto ma in grado di portare avanti gag geniali come quella dello specchio, un omaggio al già citato Charlie Chaplin, e soprattutto quella del cappello scambiato, due numeri che prevedono una perfetta sinergia tra gli attori chiamati a prendervi parte e dei tempi comici che spaccano il secondo, una delizia per gli occhi e, soprattutto, una fonte di grandissime e sanissime risate! Completano il tutto un paio di brevi e per nulla fastidiosi numeri musicali tra cui spicca il Pop! goes the weasel con cui Firefly minaccia tutti quelli che oseranno infrangere le sue assurde leggi e ovviamente la presenza di quel quarto fratello Marx di cui nessuno si ricorda, il povero e surclassato Zeppo (e chi guardava Buffy The Vampire Slayer come me sa di cosa sto parlando!). E se ancora non vi ho convinti a recuperare questo capolavoro beh, sappiate che Mussolini aveva vietato in Italia La guerra lampo dei fratelli Marx perché convinto che fosse una critica contro il suo regime (d'altronde, il personaggio di Chico fa ben Chicolini di nome) e che la pellicola viene omaggiata sia da Woody Allen in Hannah e le sue sorelle che da Rob Zombie ne La casa dei 1000 corpi e La casa del diavolo. Con questo spero di avervi convinti ma la rassegna contro la guerra non finisce mica qui: date un'occhiata ai film presentati dai miei colleghi e... PEACE!