Della mostra di Andy Warhol a Pisa, a Palazzo Blu, vi ho già parlato più volte in queste pagine (vedi ad esempio http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.it/2014/01/a-proposito-di-andy-warhol-una-storia.html). Ora nel darvi la buona notizia che la chiusura della mostra è stata prorogara al 9 febbraio, vi invito a leggere questa nota pubblicata da un caro amico, Antonio Leo, da grande appassionato d'arte, offre una visione critica e oggettiva del percorso offerto in questa esposizione...
Temo, si fa per dire, che presto il mondo della critica d'arte avrà una "nuova penna" da inserire nella lunga lista degli addetti al settore!
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Warhol @ Pisa - riflessioni/emozioni dopo la visita del 21/01/2014
Andy goes to Pisa
il Leo goes to Andy
Avevo visto A. W. alla Fondazione Magnani Rocca /Parma 2008 e in tanti altri attimi di singole opere x Italia e Europa (wow! al Kiasma /Helsinki 2002) e lo vedrò prossimamente a Milano.
Pisa: allestimento e percorso che lascia tempo al pensare, relax, spazio x prendersi giuste distanze e prospettive diverse x le opere, avvicinandosi x i piccoli particolari di mini flowers fino a tenersi 15m lontani da un fantastico skull in viola-rosa-giallo-verde.
Molte fotografie, fototessere e self portraits, ti devi avvicinare, assapori foto e tele in un contatto visivo millimetrico.
Riflessioni sulla morte nel più bel padiglione di un accattivante the (dark) side of (the moon) america.
Lasci i criminali e entri nelle icone. Ti slacci dall' electric chair (c’è anche la foto originale con appunti! -silence-) e ti siedi su di un comodo divano per ammirare un portfolio di 10, della Marilyn più ammirata.
Sei nella Factory, nei ritratti viventi degli screen tests (Edie Sedgwick da letto, x me.., M.M. da sala), e nel rock collage (l’argento è splendido!) di diversi Mick Jagger.
Nel padiglione della politica preferisco un vote mc govern ad un Nixon o ad un portfolio di 10+1 Mao, comunista incastrato da W. nel consumismo/capitalismo, lasciandolo nei guai, con il sorriso ebete grasso e colorato di un libretto che da rosso diventa variopinto.
Fai le scale, Christopher Makos nel 1981 fotografa un altered W., come un Iggy Pop lady Dior model (!!!) visto da Mikael Jansson nel 2011.
Le frustrate femministe s’incazzeranno o no ????!!!!! il 3/6/1968 Valerie Solanas direi di si..
Bello (e non automatico e semplice da trovare esposto) il giovanissimo W. disegnatore e illustratore (copie di inter/view bellissime!), anche di libri di cucina…i vari Campbell’s soup trovano una ragione.
Il percorso finisce, shadows,…non puoi far altro che tornare indietro e riguardare tutto veloce per regalarti di nuovo il meglio.
Biglietto pieno 10, 8 se fate la fidelity card amicoBLUfriend.
Audioguida essenziale, non farne a meno. Semplici spiegazioni, mai banali, si gioca senza perdersi in discorsi, sempre con accenni a stravaganti curiose storie, che mi fanno godere di questo non prendersi sul serio.
Walter Guadagnini schietto, presente, un oratore che hai al tuo fianco, alla fine gli offriresti una birra.
Ottimo anche l’intro musicale in cuffia, vivi un videoclip, vedi visitatori che seguono il ritmo, fa piacere.
Adoro scatti, polaroid e autoritratti, ma è colpa mia, l'egocentrismo non ti abbandona facilmente, specialmente se non vuoi te. E io non voglio.
Non puoi che starci (minimo) due ore, altrimenti non ci sei stato.
Bel catalogo della Giunti ed., prezzo accessibile (32) e simpatico merchandising nel book store.
Non lo volete mettere un set di knives in cucina???? Lo hanno comprato tutti.
Finisco banale: tutti possiamo essere pop(ular) e famosi, almeno in queste due ore. Muovetevi, il 9/2 chiude.