Ci risiamo: venerdì 28 febbraio nel tardo pomeriggio, la Farnesina ha pubblicato sul sito Viaggiare Sicuri, lo sconsiglio a viaggiare in Egitto, comprendendo anche le zone balneari del Sinai e quindi Taba, dove c'era già stato un attentato ai danni di un bus di turisti, e Sharm, escludendo per ora altre mete turistiche quali Marsa Alam, Hurgada, e le località che sono situate a nord, Marsa Matrouh, El Alamein, dove resta da comprendere se poi un viaggio turistico possa essere considerato indispensabile o non indispensabile....
In considerazione del progressivo deterioramento della situazione di sicurezza si sconsigliano i viaggi in tutta la penisola del Sinai comprese le località balneari ivi situate, quali Sharm el-Sheik, Dahab, Nuweiba e Taba. Si sconsigliano inoltre tutti i viaggi non indispensabili in Egitto in località diverse dalle aree turistiche dell'alto Egitto, della costa continentale del Mar Rosso e di quella del Mar Mediterraneo.
A seguito di questa decisione è ricominciato il copione della "commedia all'italiana" a cui purtroppo siamo, ormai, avvezzi. A partire dalle decisioni che vengono prese dagli organi istituzionali, i quali prima danno interpretazioni soft, lasciando la decisione finale al cliente ed, infatti nei giorni precedenti, venivano in agenzia delle persone che ci chiedevano se andare o non andare, ma almeno fino a venerdì non c'era lo sconsiglio, però, dalle pagine di Viaggiare Sicuri, si avvertiva il viaggiatore dei rischi che correva andando a fare una vacanza in Mar Rosso, della serie "se poi ti succede qualcosa non venirmi a dire che non ti avevo avvisato" e nel caso fosse partito e gli fosse accaduto qualcosa, a chi imputare la responsabilità? sarebbe dovuto partire firmando una liberatoria e questo non è certo il clima ideale per vendere un viaggio che dovrebbe essere prima di tutto un momento di svago, di distrazione dalle preoccupazioni di ogni giorno. Poi come già accaduto nella precedente occasione dell'agosto dell'estate scorsa, nel tardo pomeriggio di venerdì, sulla scia delle decisioni prese anche da altri Stati esteri, la Farnesina decide per lo sconsiglio, riportando di nuovo il caos, visto che le partenze per il Mar Rosso, generalmente si effettuano nel fine settimana, ricreando un caos incredibile perché si debbono avvisare i clienti in partenza, offrirgli delle riprotezioni, dargli il tempo necessario per decidere, e gli operatori turistici debbono approntare delle misure idonee a garantire l'eventuale alternativa, o dare corso alle operazioni di rimborso. E qui nasce di nuovo il problema. Stiamo nuovamente assistendo a situazioni che non fanno bene al comparto turistico, già di per sé messo a dura prova. La legge dice che in questo tipo di situazione, non essendo l'annullamento dovuto al viaggiatore, né al tour operator, ma trattandosi di causa di forza maggiore, il cliente ha diritto di usufruire di una vacanza alternativa alle medesime condizioni o di livello superiore senza ulteriori esborsi, oppure ad annullare ed ottenere il rimborso di quanto versato, senza la possibilità di chiedere ulteriori risarcimenti, cosa prevista se l'annullamento non avviene per cause di forza maggiore. La questione nasce sul punto "essere rimborsati di quanto versato o comunque di quanto pattuito in fase di accettazione della proposta contrattuale". Come nella precedente situazione ci sono alcuni operatori, anche tra i più importanti che asseriscono che le assicurazioni integrative sottoscritte dal viaggiatore e le quote di apertura pratica sono delle voci extracontrattuali e quindi non possono essere rimborsate. Inoltre in questa occasione si sta verificando anche una situazione ancora più delicata, perché ci sono degli operatori che hanno deciso di continuare la programmazione o di sospenderla solo per questo weekend in attesa di ulteriori novità. Come ben si può presupporre questa non omogenea interpretazione della legislazione in materia comporterà di nuovo una serie di pendenze legali, di clienti che andranno a reclamare i loro diritti nelle agenzie e nelle sedi opportune, si renderanno ancor più aspri i rapporti tra chi difende e tutela gli agenti di viaggio e chi tutela gli operatori turistici.
Se poi andiamo a leggere alcuni commenti fatti da alcuni "addetti ai lavori" sui vari gruppi social, c'è da farsi venire i brividi nel pensare che ci possa essere un così alto grado di improvvisazione, di mancanza di conoscenza della legislazione turistica e meno male che non tutti sono così incompetenti, solo che per un cliente che decide di affidare le proprie vacanze a chi dovrebbe essere il depositario di questo desiderio, si fa più ardua la strada per incontrare l'esperto, e per questo poi spesso si finisce nella rete, ammaliati da messaggi che riescono a far leva sull'immaginario collettivo. Tutto questo avviene mentre si inizia il percorso verso la stagione estiva e in un periodo in cui si riponevano molte speranze sulla destinazione egiziana, essendo una meta appetibile, raggiungibile con quattro ore di aereo, facilmente vendibile in questo periodo. Dispiace che un paese così meraviglioso, un paese ricco di storia, di cultura, così vicino anche a noi italiani per tante cose in comune, a partire dai tanti egiziani che vivono e lavorano qui da noi e che sono ormai nostri amici, nostri vicini di casa, grandi cuochi e pizzaioli, non possa ritrovare quella serenità, quella pace che lo possa far tornare al periodo d'oro in cui tanta gente sceglieva l'Egitto e non solo per il suo mare, ma, soprattutto per la sua immensa storia millenaria. Nei miei lunghi anni di turismo ho fatto partire tantissime persone per l'Egitto, la Crociera sul Nilo era uno dei viaggi più richiesti, una delle scelte che facevano molti sposi in viaggio di nozze.
Personalmente sono stato in Egitto tante volte e ho trovato sempre tanta gente ospitale, tanta gente che si dava da fare per farti stare bene, a Sharm ci sentivamo come a casa nostra. In questo momento dovrebbero essere messi in secondo piano gli interessi economici. Se una meta turistica, purtroppo, attraversa periodi di turbolenze, gli operatori debbono avere il coraggio di fare delle scelte, puntando gli investimenti su altre destinazioni e, qualora volessero continuare a credere in una meta a rischio, si devono assumere poi le loro responsabilità e non scaricarle sul cliente finale. Al popolo egiziano auguro di ritrovare la pace, così come mi sento di augurare la pace ad altri popoli che stanno attraversando momenti altrettanto difficili e drammatici: la Siria, l'Ucraina, il Venezuela e tanti altri di cui ci dimentichiamo facilmente, paesi dove ogni giorno muoiono tantissime persone.