Warrior. La vendetta del guerriero - Antonio Lanzetta

Darius ha perso tutto. La sua terra, Andurian, è caduta sotto la dominazione dell'Impero di Caio Settimo, sua madre è stata messa al rogo per aver guidato la resistenza e sua moglie e suo figlio sono state vittime di uno spaventoso incidente. Così, in un mondo postmoderno soggiogato da un regime sanguinario che unisce tecnologie avanzate e schiavismo e nel quale gli umani si sono evoluti in nuove razze, Darius, ridotto in catene, si troverà costretto a combattere per puro spettacolo nelle arene di Xendria. Ma quando non sembra esserci più speranza e il destino di tutta l'umanità pare ormai segnato, Darius troverà la forza per ribellarsi e, insieme ad alleati inaspettati, cercherà di trovare un modo per realizzare quella che sembra un'impresa impossibile: vendicarsi di Caio Settimo e liberare il mondo dalla sua tirannia.

Recensione

Il lanciere Darius, anduriano, viene condotto in catene a Xendria, dove dovrà combattere nell'arena. Giustiziata la madre, morti la moglie e il figlio per mano dell'Impero, Darius ha giurato vendetta a Caio Settimo, che ha invaso la sua terra e l'ha privato di tutto. Grazie all'aiuto dell'anziano Clemio, Darius riuscirà a riottenere la libertà. Ed è giunto il momento di chiedere giustizia col sangue, per sé, per la famiglia e per il suo popolo.

Warrior è il secondo romanzo dell'autore esordiente Antonio Lanzetta, opera ancora immatura che ha dalla sua qualche pregio e diversi difetti: comincerò da questi.

Ciò che salta immediatamente all'occhio è che una simile trama avrebbe necessitato di un romanzo di più ampio respiro: 240 pagine non sono abbastanza per iniziare e terminare una ribellione, tema complesso che richiede abilità nella gestione dell'equilibrio tra azione e strategia. Quest'ultima manca quasi del tutto, poiché Warrior punta sul primo elemento, senza purtroppo uno sviluppo convincente: la struttura del romanzo, soprattutto nella prima parte, procede linearmente, riuscendo spesso ad annoiare per la sua prevedibilità, e quando finalmente la storia decolla nella seconda metà tutto avviene troppo precipitosamente perché si possa rimanere soddisfatti.

La brevità dell'opera non consente inoltre all'autore di approfondire il lato psicologico dei personaggi, che infatti risultano alquanto piatti: Darius, il protagonista, incarna il tipico eroe che spezza le catene della schiavitù in cui è caduto per scatenare una rivolta, affatto dissimile da personaggi come Massimo Decimo o Spartacus cui cinema e tv ci hanno abituato; a tal proposito, sulla prima parte pesa eccessivamente l'apparente influenza delle due opere succitate, dagli avvenimenti che si susseguono - caduta, prigionia, combattimento nell'arena, fuga con carneficina - alle stesse dinamiche di combattimento (prima tra tutte, l'immancabile risorsa della sabbia negli occhi dell'avversario). A Darius si affiancano lo studioso Clemio, uno degli ultimi depositari della conoscenza degli antichi, la giovane Alatea, lo skaar Teero e successivamente Morrein, sanguinoso principe di Xendria, il cui repentino cambiamento appare oltremodo stonato: in quattro e quattr'otto il personaggio si ritrova protettore della debole e cieca Alatea.

L'unico apporto di originalità è dato dalla commistione tra fantasy e fantascienza (ancora per poco: nonostante all'estero il confine tra i due generi sia piuttosto labile, in Italia gli esempi in tal senso sono ancora pochi). L'autore delinea un'ambientazione affascinante nel suo fondere suggestioni fantasy, che spesso richiamano l'epoca ellenica, con retaggi di tecnologie futuristiche che posizionano la storia in un lontano futuro postapocalittico.

Lanzetta ha inoltre dalla sua una buona penna, concisa senza mai essere povera, e la dote -non indifferente in un esordiente- di non scadere in dialoghi scontati. Auspico che in futuro saprà mettere questa penna al servizio di una trama maggiormente originale, libera dai debiti all'industria cinematografica e televisiva, e sviluppata in un maggior numero di pagine.