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"Ma perchè proprio il tedesco?"
Questa è la domanda che mi sento fare da quando ho iniziato l'Università, e di solito la risposta che dò inizia a spiegare che nella mia carriera scolastica avevo studiato solo l'inglese, quindi comunque la scelta di una seconda lingua voleva dire partire da zero, quindi a quel punto c'erano molte lingue "equivalenti". Certo, potevo scegliere una lingua romanza, avrebbe dato meno problemi l'origine comune con la mia lingua madre, ma il francese mi sembra un po' snob (o forse lo sono solo i francesi...), e lo spagnolo era (ed è) inflazionatissimo, è la seconda lingua più scelta dopo l'inglese! Scegliere il tedesco voleva dire comunque orientarsi tra le lingue anglo-germaniche (quindi con patrimonio comune con l'inglese), scegliere una lingua sufficientemente richiesta dagli annunci di lavoro...
Poi di solito la conversazione continua con il mio interlocutore che sottolinea come il tedesco sia una lingua "dura", dai suoni militareschi, poco malleabile, quasi spiacevole da sentire...
Ecco, io su questo proprio non sono d'accordo! Ha sicuramente molti suoni consonantici (se così si può dire), ma non dimentichiamoci che centinaia e centinaia di Lieder sono stati scritti in questa lingua. Schumann trovò così il modo di dedicare bellissime parole d'amore all'amata Clara. E alcuni anni prima anche Schubert aveva usato le poesie dei poeti della sua terra per comporre dei bellissimi cicli liederistici.
Il tedesco è la lingua dello Sturm und Drang, di quell'appassionato periodo pre-romantico che ha fornito tra l'altro, un sacco di materiale utile ai distributori di cioccolatini e cartoline per San Valentino. E' la lingua di grandissimi filosofi, tra cui posso citare anche solo Kant e Hegel, è la lingua insomma in cui si è scritta una formidabile cultura.
E' anche la lingua del nazismo, certo, la lingua in cui sono state dette enormi atrocità da uomini sugli uomini, in cui sono state manipolate idee allo scopo di procurare dolore. Ed è una lingua che è cosciente della sua storia di questa storia, in cui certi termini non sono più neutri ma vanno evitati perchè richiamano colpe troppo vergognose.
E' una lingua che mi ha fatto faticare, pentire, sudare, piangere, sorridere, imbarazzare, e che continua ad affascinarmi. Ogni tanto dico che se tornassi indietro farei una scelta diversa, forse è davvero così, però ora so che perderei qualcosa, nel bene e nel male...