Magazine Cinema
La trama (con parole mie): Hubert Fiorentini, un poliziotto dai metodi piuttosto bruschi, a causa di un incidente nel corso di un'indagine è costretto a prendersi una vacanza forzata di due mesi. Vista la situazione, l'uomo approfitta per tornare a Tokyo, dove lavorò ormai vent'anni prima, per venire a capo del mistero che portò all'improvvisa fine del rapporto con la sua compagna di allora.Giunto in Giappone Hubert scoprirà che da quella relazione è nata una figlia che non sa di essere tale e della quale si troverà a fare da tutore per i due giorni che la separano dalla maggiore età: l'occasione, ovviamente, si tramuterà in una rocambolesca vicenda che farà luce sul passato della madre di Yumi - questo il nome della ragazza -, sul presente di Hubert e sul futuro che potrebbero avere insieme.Sempre che sopravvivano.
E' curioso quanto con il passare del tempo la mia necessità di visioni assolutamente trascurabili ed incredibilmente tamarre sia cresciuta esponenzialmente: soltanto cinque o sei anni fa, estate o inverno che fosse, ferie o lavoro, periodi pesanti o di cazzeggio, il Cinema d'autore la faceva sempre e comunque da padrone, senza possibilità alcuna per un pò di sano relax del cervello.
Poi il tempo, gli impegni del quotidiano, la presenza di Julez a stemperare ed equilibrare le scelte televisive per le serate, la riscoperta di quanto in realtà io sia sempre stato troppo pane e salame per ridurmi a sole visioni d'essai hanno riportato ad una dimensione più umana il mio approccio alla settima arte, permettendomi di recuperare cult totali della mia infanzia o alcuni piccoli miracoli del trash che mi ero perso negli anni da radical chic mascherato.
Wasabi è sicuramente parte di quest'ultimo gruppo: accuratamente evitato per stagioni e stagioni - complici le presenze di Luc Besson e Jean Reno, due dei più sopravvalutati prodotti esportati dai nostri sempre detestati cugini transalpini - e spesso e volentieri sponsorizzato invece dalla signora Ford come una baracconata divertente, il lavoro di Krawczyk ha in effetti reso il suo servizio come film da piena estate e zero neuroni, intrattenendo il sottoscritto senza alcuna pretesa per un'oretta e mezza tutto sommato goduriosa ed in grado di riportarmi alla memoria tamarrate come Transporter.
Certo, stilisticamente è pessimo, la logica dello script è inesistente, tutto succede con una sequenzialità da fare invidia ai più faciloni dei cartoni animati, gli attori recitano quasi peggio del parrucchino di Nicholas Cage e si ha l'impressione che soltanto chi, di fatto, non ha mai davvero conosciuto il Cinema possa pensare di trovarsi di fronte ad una vera ficata: eppure tutto scorre con disarmante semplicità, l'approccio è assolutamente innocuo ed ironico, il personaggio di Hubert è spassoso e spolvera uno stile da scazzottatore che non vedevo dai tempi di Bud Spencer e Terence Hill ed il rapporto con la figlia che scopre di avere è in grado di regalare il brio necessario affinchè non ci si ritrovi a chiedersi perchè si sia scelto di guardare proprio questo film.
Non mancano passaggi già mitici come lo scontro sul green - l'utilizzo delle mazze da golf di Reno fa invidia alle perle migliori dei vari Statham e Van Damme - e la scorpacciata di wasabi, ispirazione per il personaggio di Fiorentini e per il titolo della pellicola: chi, come gli occupanti di casa Ford, ama il sushi, ben sa che neppure con tutta la buona volontà - ed un palato rivestito d'amianto, probabilmente - si riuscirebbe ad ingurgitare il temibile e piccantissimo accompagnamento neanche fosse Nutella alla maniera del protagonista di questo film.
Per un momento, ho ripensato alla gag di Steve-O che, all'apice del successo di Jackass, tentò di sniffarlo: non gli fece un gran bene.
Quello che invece ho scoperto essere un toccasana è una selezione di titoli come questo in questo periodo dell'anno, quando il caldo ci soffoca, le ferie - almeno per il sottoscritto - paiono ancora un miraggio, si vorrebbe essere al mare e ci si chiede come sia possibile che c'è molta più gente di quanta non si sospetterebbe che invece di stare con il culo a mollo preferisce passeggiare felicemente per le strade di città: sarebbe il caso di chiedere l'aiuto del buon Hubert, che tra un boccone di wasabi e l'altro potrebbe dispensare qualche decisa raffica di cazzotti per rimettere le cose a posto.
MrFord
"Starshine, never gonna find me
starshine, when you gonna find me
starshine, never gonna find me, eh eh
starshine, never gonna find me."Gorillaz - "Starshine" -
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