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Washington vara il piano d’emergenza, rischio default tecnico per gli Stati Uniti

Creato il 29 luglio 2011 da Yellowflate @yellowflate

Washington vara il piano d'emergenza, rischio default tecnico per gli Stati UnitiIn risposta al pressing di Wall Street Washington annuncia il piano d’emergenza sul debito federale. Sale dunque l’allarme, e l’Amministrazione Obama, in pieno stallo legislativo, tenuta sulla graticola dai repubblicani della Camera, si prepara al rischio del default tecnico. “Priorità agli investitori che hanno titoli pubblici americani”, così il Tesoro Usa replica con forza all’appello collettivo delle 14 maggiori banche americane, siglato ieri e rivolto al presidente e al Congresso, che richiede un accordo in tempi brevi, “entro questa settimana”, per l’innalzamento del tetto imposto al debito pubblico. Tuttavia permangono, però, molte zone d’ombra e d’incertezza, a cominciare dalla necessità di privilegiare i grandi imperi bancari ai milioni di pensionati che rischiano di perdere l’assegno mensile.

Dopo l’appello della Casa Bianca ecco quindi il montante disappunto dei progressisti volto a rendere prioritario il dibattito su “l’estate dello scontento” per la sinistra americana, come scrive Glenn Thrush su Politico.com. In questa prospettiva infatti è impossibile negare che lo stallo sul debito suoni come una vittoria della destra. C’è chi mette sotto accusa la linea debole adottata dai democratici, che non hanno messo in discussione il ridimensionamento del Welfare, limitandosi  alla negoziazione dei tagli alle spese sociali richiesti dai repubblicani.

Il fatto è che Obama, a differenza che nel passato, non deve subire solo l’attacco degli avversari politici. In gioco, stavolta, c’è la sua stessa reputazione di rinnovatore, riconosciutagli a inizio mandato, e che lo ha promosso come protagonista di una nuova fase storica, nodo cruciale nella prospettiva delle presidenziali 2012. I sondaggi confermano una evidente debolezza, la quota dei consensi scende al 41%, causa dell’immobilismo dettato da un difficile equilibrio nella gestione politica della crisi.

A mettere a rischio il compromesso bipartisan, più volte auspicato dalla Casa Bianca, la legge del 1927 sul limite legale del debito pubblico, che richiede l’approvazione del Congresso e permette alla maggioranza repubblicana della Camera di tenere sotto scacco l’esecutivo.

Alla fine il braccio di ferro tra le due forze politiche potrebbe avere un impatto anche maggiore. Ieri gli osservatori di Standard & Poor’s hanno espresso preoccupazione, minacciando il declassamento del rating sovrano, a meno di una soluzione incisiva nei tagli alla spesa pubblica.

Iacopo Bernadini

 

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