E se vi dicessi che il linguaggio e le parole sono vestiti e accessori di un momento? Se le loro passerelle sono i banchi di scuola, se ci sono mus-have e out anche nel come salutarsi? Che il linguaggio rispecchiasse i momenti storici e le realtà è ovvio, perché la base del linguaggio è la comunicazione,
MA sta succedendo qualcosa di più… le parole diventano a loro volta espressione e appartenenza.
In un modo poi ancora diverso di quanto sui banchi di scuola 10 anni fa c’ero seduta io, quando la lotta tra omologazione e identità personale era forte e ogni giorno era una rivoluzione nel tentativo di capire che cosa fare e chi essere. Oggi… nessun giudizio solo un istantanea: i ragazzi oltre a sembrarmi tutti uguali mi sembrano persi. Forse si ritrovano quando su watsup o per la strada comunicano con il loro slang… forse…
“Naaaa vecchia! Stai scherz?!” … “Non puoi capi che bombarda che ho in testa!” … “Cioè… ieri è stata una serata spapolazio! Sono cremata! Basta, io per questa week sono in ramadrink!”
….
Vicino a me una voce cantilenante parla al telefono. Fisico iper asciutto, capelli extra lunghi, un paio di leggings ad avvolgere due gambe lunghe ed esili. In mano un iPhone ultima generazione dalla cover appariscente; sul braccio a penzoloni un numero indecifrabile di braccialetti, nelle orecchie degli auricolari fluo, ai piedi All Star volutamente rovinate. Sulla carta d’identità un unico segno particolare: nata negli Anni ’90!
Ebbene sì, bisogna prendere coscienza che il mondo è in mano a una nuova generazione. Quella dei nostri fratelli più piccoli, proprio gli stessi che se ne dovevano stare a casa, imbronciati sul divano, mentre noi vivevamo le nostre prime volte in discoteca, in giro con gli amici, a scorrazzare con la macchina. E sembra che ora, per ripicca, non s’accontentino più di rubarci i vestiti dall’armadio o di spifferare ai quattro venti i segreti spiati dal nostro diario. Ora ci hanno tolto la staffetta di mano…hanno forzatamente ereditato da noi il ruolo di new generation, diventando così gli adulti di domani, i detentori del prossimo futuro.
Ma prima di sobbarcarsi il carico di responsabilità, di problemi di (ricerca di) lavoro, di figli-famiglia-marito-suoceri, per loro è il momento di godersi la vita, di appagare la loro irrefrenabile voglia di divertimento e di viversi appieno i loro vent’anni! Ed è anche il loro momento, in quanto giovani, di creare mode, decretare tendenze e inventare neologismi: proprio perché ogni epoca che si rispetti porta con sé stili di vita, modi di vestire e slang, tutti caratteri distintivi che faranno si che quel periodo storico venga associato a determinate immagini e a inequivocabili ricordi!
Tra gli annuali della memoria non sono di certo sbiadite le connessioni tra i pantaloni a zampa e i giovani degli Anni ’70 e riecheggia ancora quel “gente giusta” che negli Anni ’90 vigeva come garanzia per una serata tra amici. E se a inizio millennio noi non potevamo non enfatizzare tutto con lo “stra”, questi ragazzi del 2014 per cosa saranno ricordati?!
Questa sarà per sempre la generazione con lo spritz costantemente in mano, dipendente dai social e per la quale non può esistere un mondo senza Smartphone, televisori HD e Whatsapp. Ma verranno di certo ricordati anche per il loro personalissimo, criptatissimo e divertentissimo linguaggio, fatto di costanti abbreviazioni, di parole che fondono culture diverse, di modi di dire che chissà da dove nascono, ma che, a mo di codice segreto, vengono intesi solo tra di loro. Questa, difatti, è la caratteristica basilare di uno slang, un gergo parlato abitualmente in un ambiente e in un gruppo circoscritti, un insieme di parole ed espressioni, non appartenenti al lessico standard, volto a essere immediato, familiare e di estrema comunicatività, nonché un tabù per chi appartiene a uno status sociale diverso.
Ma i giovani 2.0, quelli a cui piglia male se non hanno i kiwi per fare tavolino, che preferiscono uscire in “biga” per paura dei “chebi”, piuttosto che balzare la serata e fare i “tombaroli”, sono anche i primi destinatari, o forse gli artefici, di una moda low-cost e low profile. Non è casuale, difatti, l’esponenziale diffusione di store marchiati Zara, H&M, Stradivarius & co., emblemi di un periodo in cui spendere poco è un’esigenza, ma in cui, al contempo, le mode cambiano repentinamente. E il look che li contraddistingue è inconfondibile: per lei, magliette corte su pantaloni a vita alta, gonne lunghe dalle quali spuntano sneakers gioiello, shorts inguinali appena intravisti sotto maxi canotte da basket; per lui, t-shirt stampate su jeans di ogni tipo, scarpe da palestra fluo, tatuaggi a ricoprirgli i bicipiti (no, non sono trasferelli!!) e l’immancabile pettinatura alla One Direction.
Insomma, di questa Love Generation, fatta di studenti universitari alle prese con happy hour e pool party, che sognano di diventare fashion blogger e dj alla Bob Sinclar, ci resterà impressa nella memoria un’istantanea: la fotografia di due ragazzi dallo stile ricercatamente consunto ed emaciato, lui con un sorriso a 360 denti, lei colta nel momento in cui una linguaccia beffarda le colora il viso, e stretti in un abbraccio mentre con la mano libera fanno il segno della pace con le dita, ma, soprattutto, illuminati nello sguardo da una spensieratezza che non avrà eguali per tutto il resto della loro vita.
https://timetobemagazine.files.wordpress.com/2014/06/bob-sinclar-love-generation-lyrics.mp3Dizionario GarzanTina:
Ascaro persona avara Balbo agg maschile riferito a persona SIN rintronato, poco sveglio Balzo (stasera balzo) modo di dire per rifiutare un invito Biga bicicletta Bozza bottiglia Bombarda sostantivo che indica uno stato mentale confusionale e appannato a causa di una serata in discoteca e dell’assunzione di alcool Bombe e Kiwi soldi Bonerrima agg SIN molto bello/a Busa agg riferito a cose SIN pessimo Chebi e Pula rispettivam carabinieri e polizia Essere cremato espressione idiomatica per descrivere uno stato fisico spossato a seguito di forte divertimento Pengio agg maschile riferito a cose, persone o cibi SIN forte, figo, pesante, intenso Piglia male espressione per descrivere un momento negativo Ramadrink sostantivo maschile, periodo di astensione dall’alcool Reffati verbo imperativo utilizzato per invitare a riprendersi Serata spapolazio espressione che indica una serata molto intensa di divertimento Toffa sostantivo maschile SIN drogato Tombarolo sostantivo maschile SIN colui che non partecipa alle feste avvisando con poco preavviso
#BEVANESSA WHAT AND WHO ELSE?!