Titolo: Watchmen
Autori: Alan Moore e Dave Gibbons
Editore: DC Comics
Mi accingo ora a recensire brevemente una graphic novel vincitrice di un Premio Hugo e inserita dal Time nella lista dei migliori 100 romanzi in lingua inglese dal 1923 a oggi. Quale onore! (o quale onere? Questione di punti di vista).
Era il 1986 quando gli episodi di Watchmen comparvero nelle edicole e nelle librerie ottenendo un enorme successo di pubblico e critica. Gli autori (Alan moore e Dave Gibbons) avevano plasmato l’opera nel momento più opportuno: il contesto storico (Guerra Fredda) e le tematiche trattate, interpretavano e rielaboravano le paure e gli scenari tipici di quegli anni travagliati.
Watchmen, infatti, ripercorre, attraverso le vicissitudini dei protagonisti, una cinquantina d’anni di storia americana “alternativa” che ha portato il mondo sull’orlo della guerra nucleare. Gli Watchmen non sono altro che comuni esseri umani (solamente più forti, agili e intelligenti) che un tempo mantenevano l’ordine nel paese e collaboravano con l’aggressiva politica estera USA ma che ora vivono gli uni distanti dagli altri e in piena crisi di mezza età. Unica eccezione alla “normalità” dei protagonisti è rappresentata dal Dott. Manhattan il quale, come nella migliore tradizione fumettistica, ha ottenuto poteri che lo rendono simile a una divinità a causa di un esperimento scientifico. Egli tuttavia accompagna interesse smisurato per la fisica e la scienza con alienazione e disinteresse per l’umanità che lo circonda.
La trama è piuttosto articolata e si divide in tre filoni principali il cui intreccio coinvolge il lettore fino al termine della vicenda (ben 400 pagine!):
- Al centro di tutto ci sono le solitarie investigazioni di uno dei protagonisti per scoprire chi e perché ha organizzato l’omicidio di un membro storico degli Watchmen. Durante le indagini si ha modo di ripercorrere, grazie ai ricordi dei personaggi, il passato dei supereroi. Tale passato viene ulteriormente approfondito tramite fittizi ritagli di giornale, biografie e trattati inseriti come suddivisione dei vari capitoli;
- Accanto al filone principale si dipanano con sconvolgente realismo gli avvenimenti che stanno portando il mondo sull’orlo della guerra totale. Anche qui, grazie alla narrazione si apprendono i principali fatti storici che hanno caratterizzato il XIX secolo alternativo;
- Infine, espediente letterario del tutto particolare all’interno del fumetto è la storia nella storia, ovvero la narrazione di un’epopea piratesca contenuta nelle letture (abusive) di un adolescente accanto a un’edicola Newyorkese. “I Racconti del Vascello Nero”, così si intitola l’epopea, riescono a spezzare il ritmo della narrazione senza rovinarne il pathos.
Valore aggiunto dell’opera sono i profili e le caratterizzazioni psicologiche dei personaggi, mai banali. Talvolta i pensieri, gli atteggiamenti e le ansie dei protagonisti appaiono un po’ estremizzati ma riescono, a mio giudizio, a rendere gli Watchmen più vicini a noi comuni mortali. A tal proposito, risulta sorprendente il fatto che la maggioranza dei lettori (me compreso), a vicenda conclusa, esprima la propria affinità con il supereroe psicologicamente più inquietante: costui è in grado di mostrarci con crudezza e realismo le contraddizioni e i vizi della società in cui viviamo. Ovviamente non dirò chi egli sia per non guastare la sorpresa!
Mi riservo infine di esprimere un giudizio non completamente positivo sulla qualità dei disegni. Il livello di dettaglio e la profondità delle tavole, infatti, sono di qualità inferiore rispetto a quanto si è abituati a vedere oggigiorno. Bisogna tuttavia ricordare che Watchmen è un’opera di quasi trent’anni fa e, come tale non può essere valutata solamente sulla base degli attuali standard. Sempre per quanto riguarda i disegni, si notano scelte cromatiche davvero particolari: l’abbondanza di determinati colori e i relativi accostamenti sono in grado di trasportare in una sorta di dimensione onirica in cui ci si immerge con piacevole partecipazione.
Spero di essere riuscito a solleticare la curiosità dei più… Ciò nonostante esiste un’ottima trasposizione cinematografica di Watchmen diretta da Zack Sneyder nel 2009. Se non avete tempo o voglia di imbarcarvi in 400 pagine di lettura (pigri!) dedicate due ore e mezzo a questa scorciatoia. Vi assicuro che non ne rimarrete per niente delusi!