Prima di tutto ecco un link di organizzazioni che operano in tutto il mondo per la salvaguardia dell’acqua.
http://blogactionday.change.org/partners
Per il resto, ho preso coscienza di quanto io fossi fortunata in un mio viaggio in Brasile nel 1996, dove dovevo assolutamente dosare l’acqua perché altrimenti non si era sicuri di arrivare a fine giornata con una riserva. Gesti semplici, come chiudere il rubinetto mentre ci si lava le mani, i denti o i capelli, e non lasciarla scendere così, a profusione. Poi, la situazione l’ho rivissuta senza andare molto lontano, a Genova Pegli, a casa di amici; solo qualche anno fa, ho avuto ancora la medesima esperienza.
E poi, c’è il grande business dell’acqua e della sua privatizzazione. L’oro non è più bianco o giallo e ancor meno nero. L’oro vero al momento sembra essere perfettamente trasparente e formato da due particelle di idrogeno e una di ossigeno…
La mia mente corre poi all’acqua fonte di vita e alla sua importanza anche in modo simbolico.
E siccome può essere anche poetica, l’acqua, posto qui una foto del Brasile
e dei versi del mio amato Ungaretti:
I FIUMI
Cotici il 16 agosto 1916
Mi tengo a quest’albero mutilato
Abbandonato in questa dolina
Che ha il languore
Di un circo
Prima o dopo lo spettacolo
E guardo
Il passaggio quieto
Delle nuvole sulla luna
Stamani mi sono disteso
In un’urna d’acqua
E come una reliquia
Ho riposato
L’Isonzo scorrendo
Mi levigava
Come un suo sasso
Ho tirato su
Le mie quattro ossa
E me ne sono andato
Come un acrobata
Sull’acqua
Mi sono accoccolato
Vicino ai miei panni
Sudici di guerra
E come un beduino
Mi sono chinato a ricevere
Il sole
Questo è l’Isonzo
E qui meglio
Mi sono riconosciuto
Una docile fibra
Dell’universo
Il mio supplizio
È quando
Non mi credo
In armonia
Ma quelle occulte
Mani
Che m’intridono
Mi regalano
La rara
Felicità
Ho ripassato
Le epoche
Della mia vita
Questi sono
I miei fiumi
Questo è il Serchio
Al quale hanno attinto
Duemil’anni forse
Di gente mia campagnola
E mio padre e mia madre.
Questo è il Nilo
Che mi ha visto
Nascere e crescere
E ardere d’inconsapevolezza
Nelle distese pianure
Questa è la Senna
E in quel suo torbido
Mi sono rimescolato
E mi sono conosciuto
Questi sono i miei fiumi
Contati nell’Isonzo
Questa è la mia nostalgia
Che in ognuno
Mi traspare
Ora ch’è notte
Che la mia vita mi pare
Una corolla
Di tenebre