Waterloo

Un attacco teso a distruggere l’avversario ma che fallisce miseramente lo scopo, consegue il risultato opposto: lo rende più forte.

Così è stato per il tentativo portato dalle opposizioni, quelle vere uscite dalle urne e quella generata dalle scelte del Presidente della Camera, e culminato nella mozione di sfiducia respinta dalla Camera il 14 Dicembre. 

Quel voto è stato la Waterloo di Gianfranco Fini, l’inizio e la fine della sua avventura politica alla testa dei futuristi perché, mancato il tentativo di mandare a casa il Governo, il Fli non ha alcuna prospettiva politica se non quella di andare a ingrossare le fila degli inutili antiberlusconiani.
Ed è proprio la mancanza di un futuro politico che sta allontanando uno a uno parlamentari che avevano seguito il Presidente Fini.
Senza neppure troppi giri di parole il Leader del Fli ha accusato i suoi fedeli, che stanno tornando nell’area governativa, di essere dei venduti. Si potrebbe osservare che evidentemente Fini ben conosce la tempra morale e la rettitudine dei suoi seguaci ma polemiche a parte e non escludendo in linea di teorica che vi siano stati tentativi e casi di corruzione, resta il fatto che molti dei parlamentari che lo hanno seguito si sono chiesti e si stanno chiedendo quali aspettative potrà avere una formazione politica che avendo un solo colpo in canna, sfiduciare Berlusconi,  ha fatto cilecca.
La destra è per il Fli uno spazio ormai precluso e con la sinistra il Fli è destinato a una condizione di assoluta irrilevanza e marginalità. Mentre a Fini non resta che battibeccare con Bruno Vespa, il Cavaliere si frega le mani. Lentamente la maggioranza sta riconquistando un ampio margine di sicurezza, il patto con Bossi non ha mostrato crepe neppure nei momenti più difficili e senza Casini e Fini, l’azione di governo non dovrebbe più incontrare ostacoli.
Da http://www.legnostorto.com