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Voglio cominciare il mio mese preferito dell’anno con il meraviglioso concerto di una delle leggende del Jazz: WAYNE SHORTER e il suo quartetto composto da Danilo Perez (piano), John Patitucci (basso) e Brian Blade (batteria).
La sala del CCB di Lisbona era gremita, un po’ di ritardo come al solito e poi le luci si spengono. Il silenzio si diffonde nella sala, il palco si illumina di una luce giallo verdognola. Solo i respiri e i battiti del cuore scandiscono i secondi di attesa. E poi, eccoli che entrano uno alla volta. I loro passi battono sul pavimento quasi al ritmo degli applausi in sala.
Il mitico sassofonista e compositore Wayne Shorter, uno dei più grandi nomi del jazz, ha suonato nei gruppi di Art Blakey e Miles Davis.
Incide il suo primo album quando Lee Morgan lo fa scritturare da Art Blakey come sostituto di Hank Mobley. Fino al 1964 rimarrà nei Jazz Messengers, dove in alcune occasioni svolse persino mansioni di direttore musicale e compositore. Nell’estate del 1964 si unisce al quintetto di Miles Davis per una collaborazione che si protrarrà fino al 1970.
Nel frattempo incide, in qualità di leader insieme a Freddie Hubbard, Lee Morgan, Grachan Moncur III, Bobby Timmons. Nel 1970 si separa da Davis. Un anno dopo, si unisce a Zawinul, Miroslav Vitous, quindi Jaco Pastorius, nei Weather Report. Nel corso degli anni ottanta incide con artisti provenienti da altre esperienze musicali, non propriamente jazzistiche: Joni Mitchell, Pino Daniele, Carlos Santana, Milton Nascimento, il complesso Steely Dan. Nel 1986 si conclude il sodalizio con i Weather Report e si dedica alla scoperta di nuovi talenti soprattutto femminili, come Marilyn Mazur, Terri Lyne Carrington, Geri Allen e Renee Rosnes. Il suo attuale quartettoha segnato il ritorno di Shorter alla musica acustica, oltre che il passo definitivo nella free improvisation.
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