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We are connected, Chain Reaction

Creato il 24 luglio 2011 da Jazzinghen @Jazzinghen

Ore 22:18 ~ Appena finito di guardare anche il terzo episodio di Usagi Drop

Ah, non pensavo sarebbe stato una serie così buona. Immagino non sia proprio per tutti, in realtà. Niente sparatorie, niente azione e niente gnocca nuda.

È la storia di questo tizio di trent’anni che, ad un certo punto, si trova a decidere di crescere la figlia illegittima del nonno appena deceduto. Buoni sentimenti dappertutto.

Uno snapshot di “Usagi Drop”

E questo vuo dire che io mi commuovo, perchè sono un sentimentalone.

Tutto questo per dirvi che sono uno che si scioglie a guardare anime pieni di sentimenti che sembrano da ragazze (gli anime)?

Non proprio. In realtà quando guardo anime del genere inizio anche a pensare alle cose che capitano in quel periodo.

Ed in questo periodo quello che sta avvenendo è il progetto per Sgaggio Time.

Se devo essere sincero altre due cose mi hanno dato da pensare al progetto, solo che queste erano molto più direttamente collegate.

In pratica, ieri ho fatto vedere Child of Eden a Luber, più precisamente i livelli Evoluzione e Passione. E sapete la passione da cosa è rappresentata nel gioco?

Uno screenshot dell'Archivio Passione di Child of Eden

Da un livello che mostra tutti i passaggi dello sviluppo tecnologico dell'uomo

Questa cosa mi ha dato da pensare. Perchè proprio lo sviluppo tecnologico?

Oltre alle sezioni dove bisogna colpire due esseri umani, di due colori differenti, nati da due atomi grandi come pianeti, i quali non rappresentano la bellezza, bensì l’energia nata dallo scontro, da cui parte del testo della canzone di sottofondo, “Maker” (Seconda cosa che mi ha portato a pensare):

We are Connected

Chain Reaction

We Live in {an} Eternal Universe

Un’altra cosa che viene rappresentata in questo livello è la spinta a continuare a provare nuove strade, risolvere problemi, trovarne subito altri, risolvere anche quelli e così via.

Passando da treni a vapore a Shinkansen, dalle prime macchine a veicoli per la Formula 1, arrivando a far partire tutti gli stadi di razzi orbitali, fino ad arrivare alla costruzione di una macchina del tempo.

E, alla fine, quello che sto facendo (stiamo, in questo progetto con GODS) è proprio questo: correre, finchè non arriviamo ad un ostacolo. Una volta che ci siamo arrivati dobbiamo trovare il modo per superarlo. Potrebbe essere alzare la gamba come si fa per un gradino di una scala, scavalcare una staccionata come nella pubblicità dell’“Olio Cuore” oppure scalare una parete rocciosa.

Ma non è un problema. Una volta che si arriva dall’altra parte ci si sente bene in rapporto a quanto difficile è stato. Poi ci si rimette in moto, di corsa.

È questo il ciclo infinito. Dello studio, della ricerca… E della vita in se, anche. È una lotta infinita.

Ad un certo punto, magari, tutti riceveremo la possibilità di scegliere se diventare una qualche essenza illuminata (come i Buddha) o di tornare per continuare a lottare, con nuove prospettive, nuove sfide e nuove possibilità.

Per intanto, però, preoccupiamoci di cose un po’ più terrene.

Tipo: che senso aveva la trama del film di ieri? Andrò a vedere Capitan America assieme agli altri domani? Che panini ci saranno al bar domani a pranzo?



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