Magazine Cinema

We steal secrets: The story of Wikileaks

Creato il 27 agosto 2013 da Ildormiglione @ildormiglione

WE STEAL SECRETS: THE STORY OF WIKILEAKSChe Julian Assange Wikileaks fossero soggetti cinematograficamente interessanti lo si sapeva già. Interessanti al punto che c’era il concreto rischio di cadere, e sprofondare, nel banale e commerciale, motivo per cui si è dovuto attendere l’arrivo di Alex Gibney, regista statunitense “antiamericano” che, al pari del collega più famoso ed egocentrico Michael Moore, non si lascia mai sfuggire l’opportunità di una sana critica al sistema politico e militare americano (vedasi assolutamente “Taxi to tha dark inside” per conferma). Gibney ruba i segreti, appunto, dei fatti e delle persone che si nascondono dietro Wikileaks, sito che ha aperto una nuova frontiera di informazione libera e pubblica e soprattutto senza censure. Dipinge un quadro crudo di Julian Assange, leader e portavoce, mostrandone gli estremismi politici, la megalomania del successo, le paranoie complottistiche ed un lato umano nascosto dietro lo schermo di un pc. Ma soprattutto si schiera dalla sua parte, senza spazio per il politically correct, e sembra quasi inchinarsi davanti a tale genialità e coraggio. La storia di Wikileaks, per chiunque non dovesse conoscerla nonostante l’ampio risalto mediatico dal 2008 ad aggi, si può trovare ovunque, ma ciò che invece si conosce molto poco sono le persone che lavorano in sordina a questo progetto. Gibney, tra interviste, filmati d’epoca, effetti cibernetici e riprese della vita di Assange, riesce a sfornare un documentario quasi perfetto, carico di tensione, complotti e colpi di scena. Sembra quasi di vedere un film di spionaggio, in cui le tattiche di diffamazione da parte dei governi la fanno da padrone. Ma la parte più interessante riguarda sicuramente gli effetti collaterali di Wikileaks, specie nel soldato semplice Bradley Manning, accusato di divulgazione di informazioni e video riservati. È emozionante ed intima la vita di questo soldato, vittima di una solitudine insita e probabilmente causata dalla ambiguità sessuale che sembra perseguitarlo. Le lettere all’amico che poi lo tradirà, consegnandolo alla (in)giustizia, hanno un impatto emotivo devastante e rappresentano l’esplosione della psiche di un uomo. Tenebrose le rivelazioni circa la volontà di farla finita, inquietanti quelle circa il suo non accettarsi, tristi quelle sulla sua solitudine. Wikileaks rappresenta quindi una speranza di libertà, e di un mondo migliore, come se divulgare le informazioni, oscene, circa ciò che è realmente la guerra in Afghanistan, servisse per espiare il proprio animo e per sentirsi finalmente libero. Bradley Manning, con il suo caos interno, rappresenta la linearità delle conseguenze delle menzogne dello stato, destinate a salvaguardare i propri interessi a discapito del singolo e onesto cittadino. Per tutto questo “We steal secrets: The story of Wikileaks” è un prodotto unico nel suo genere, capace di informare ed emozionare. Gibney probabilmente non raggiungerà la potenza espressiva di “Taxi to the dark side“, eppure il suo documentario è funzionale, incisivo ed allo stesso tempo emotivo, intimo. Chi non conoscesse la storia deve vederlo assolutamente per sapere, chi invece dovesse già conoscere la storia deve vederlo comunque perchè non si smette mai di imparare.

Voto 8,5


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :