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È stato un vero onore poter vedere “We Want Sex” in anteprima, con il regista Nigel Cole e l’attrice Miranda Richardson in sala, ma soprattutto con le due simpaticissime operaie che l’avventura raccontata nel film l’hanno vissuta realmente!
Il titolo del film, che suona così ammiccante, deriva da uno striscione usato dalle operaie in protesta a Londra, “We Want Sex Equality”, peccato che non era stato disteso bene, e senza quell’ultima fondamentale parola è venuto fuori tutt'altro messaggio, suscitando l’ilarità dei passanti e l’imbarazzo delle scioperanti.
In questi ultimi mesi, tra scioperi degli studenti, degli operai, dei precari, degli artisti, degli immigrati… Vedere il film di uno sciopero dall’esito positivo è davvero confortante.
Care lavoratrici, lo so, non siete molto contente e non ve la passate bene, ma se non era per queste operaie inglesi, sareste state molto peggio!
Era il 1968, le cucitrici della Ford lavoravano per una misera paga in una struttura fatiscente, calda d'estate e fredda d'inverno, con perdite d'acqua dal soffitto.
Quando a tutti questi disagi si va ad aggiungere una ridefinizione professionale ingiusta e umiliante, che le vorrebbe declassare a "operaie non qualificate", persino la più dolce e gracile del gruppo sente la necessità di ribellarsi.
Rita O'Grady con garbo e concretezza guida le sue compagne in uno sciopero a oltranza.
Quelle che erano state giudicate operaie di poco conto, solo perché donne, bloccano la Ford.
La lotta per la parità di retribuzione non sarà facile, e i mariti non saranno affatto d'aiuto! Anzi...
Per fortuna, all'epoca, il ministro del lavoro era Barbara Castle... Signore e Signori, la solidarietà femminile esiste!
Questo film porta alla luce un fatto storico con gusto e ironia. Una storia entusiasmante!