Eccoci con un nuovo Web Book. Torniamo a parlare si Barbara Risoli, una delle autrici romance più famose e brave che possiamo vantare in Itali. Questa volta la nostra Barbara Risoli ha in serbo per noi lettori un gradito regali, infatti ci consentirà di leggere gratis online il suo libro Il Veleno del Cuore, primo di una duologia (con il terzo romanzo in arrivo, si vocifera…).
Giusto per ribadire il grande potere di internet, ecco un’altra autrice che, nonostante la pubblicazione editoriale, decide di offrire il suo lavoro a tutti i lettori del cyber space.
Ma torniamo alla questione principale e passiamo a ripresentare il romanzo…
Titolo: Il Veleno del Cuore
Autore: Barbara Risoli
Serie: Eufrasia e Venanzio, vol 1
Edito da: 0111 Edizioni (Collana “Gli Inediti”)
Prezzo: 12,70 €
Genere: Adult, Romance, Storico
Pagine: 159 p.
Voto: :
Trama: Siamo nell’estate del 1788 nella Francia pre-rivoluzionaria, messa a dura prova da un rigido inverno ed in attesa del giorno dell’assemblea degli Stati Generali che precederanno la presa della Bastiglia. I protagonisti sono Eufrasia, figlia del conte Xavier des Fleuves facente parte dei fisiocratici sostenitori del cambiamento, e Venanzio, un assassino prezzolato dal torbido passato. A seguito del mancato matrimonio della ragazza, i due s’incontrano e tra loro viene a crearsi un saldo legame dai risvolti inquietanti che mette in luce i loro animi senza scrupoli e disposti a tutto per se stessi a scapito degli altri. La richiesta di Eufrasia di inscenare il proprio omicidio per evitare il convento e l’esecuzione del servizio da parte del bandito, porta entrambi a cambiare identità celandosi nel cupo scenario della Francia in fermento, in ginocchio sotto la neve incessante dell’inverno 1788.
Recensione su SognandoLeggendo
BARBARA RISOLI
Barbara Risoli abbraccia vari generi quali il fantasy, la fantascienza e il genere storico-sentimentale. Ragioniera, sposata con un figlio, ama le cose insolite, è appassionata di mitologia greca e del periodo storico acheo-micheneo. Particolare la sua passione anche per il periodo relativo alla Rivoluzione Francese.
All’attivo ha La stirpe (Runde Taarn Edizioni), Il veleno del cuore (0111 Edizioni), L’errore di Cronos (Runde Taarn Edizioni).
La grazia del Fato è il sequel de L’errore di Cronos.
Sito della scrittrice: http://risolibarbara.blogspot.com/
PROLOGO Anno 1784 – Saint-Malo (Francia) Era riverso sul bancone dell’ultima locanda di Saint-Malo, dove ancora gli facevano credito permettendogli di avvelenarsi, trovando divertente la sua lenta agonia stillata dall’alcool e innumerevoli brindisi alla vita. Giovane, arrivava a stento ai trent’anni e non conosceva più né dignità né limiti; viveva allo sbando, solo nelle notti buie e volteggianti o nei giorni accecanti e insostenibili. Respirava faticosamente, esisteva per una grazia divina senza senso, serviva a poco nel mondo che scrutava con espressione ferina: il sorriso inclinato e triste, capace di incutere un profondo disagio. Era allettante guardarlo mentre scivolava nel delirio e poi accasciarsi, come una bandiera senza vento, vinto da se stesso. Nessuno poteva salvarlo, la sua indifferenza allontanava chi pensava di poterlo fare per una sfida attuata sulla sua pelle. Detestava gli sguardi che lo fissavano impietositi o le pie parole che gli davano Dio come unico impalpabile appiglio. Non rammentava più i desideri di una volta, ma li riassaporò tutti una sera, per caso, senza che potesse prevederlo o che il destino si degnasse di avvertirlo. Capì in un attimo di avere un solo sogno e quel sogno gli si presentò davanti in carne e ossa, luminoso come una stella, simile a un angelo, pesante nella caduta che lo affiancò a lui. Lo vide battere l’esile mano sul legno tarlato e guardare l’oste, sorridere magnifico, chiedere qualcosa di forte, contro qualsiasi regola: un diamante tra le pietre di quel locale malfamato. Era una giovane donna elegante, vestita preziosamente, pallida e profumata, con grandi occhi neri e lunghi capelli corvini. La osservò tacito, percorrendo ogni centimetro del corpo serrato in un abito blu, privo di scollatura. Aveva uno strano respiro, a scatti, che alzava e abbassava il florido seno nascosto; la sottile vita le conferiva un aspetto regale e le lunghe unghie la facevano sembrare un gatto pericoloso. Indugiò sulle labbra rosse e notò i bianchi denti perfetti. L’oste versò del rum in un minuscolo bicchiere e lei lo ingurgitò senza grazia. Vederla bere, mente lo sguardo tremava per un arcano dolore, gli fece male. La donna ne chiese altro e lui, inaspettatamente, la bloccò, appoggiandole la mano ruvida sul polso candido. Lei trasalì, accorgendosi finalmente della sua presenza: gli occhi ebbero un fremito, come se si fosse segretamente spaventata. L’uomo non le disse nulla, si limitò a scuotere il capo con un vago sorriso implorante. Poi, veloce, ritrasse la mano dal polso che aveva sentito caldo e morbido; dal quale, senza volerlo, aveva tratto un innocente piacere. La sconosciuta non fece la stessa cosa e, priva d’enfasi, placata dallo stupore, continuò a osservarlo. Non ne percepì la pietà, si accorse di non divertirla con il proprio lieve vacillare per la testa che non smetteva di far girare il mondo. L’oste versò altro rum e lei con un gesto lo rifiutò, seguendo il consiglio appena ricevuto. Egli stava per approfittarne, afferrando il bicchiere con avidità. Questa volta fu la ragazza a fermarlo, con una sola occhiata che si fece accusatoria. In lei era svanito il dolore che l’uomo aveva visto nitidamente, una luce si era accesa nella vita di quell’essere ultraterreno. - Non vedete che è ubriaco? – disse al padrone della locanda che la infastidì, ridendo di gusto. - Dovreste usare il cervello e capire quando è il caso di aiutare un incosciente – gli recriminò decisa.- Io sono qui per guadagnare e, oltretutto, lui non mi paga! Voi non lo conoscete, siete giunta dal vostro paradiso a sputar sentenze sull’inferno di questo disgraziato! – la accusò allusorio. Lei s’impettì e posò sul banco una moneta. Non disse altro, se ne andò coraggiosamente: attraversare quel posto di bassa lega richiedeva molto nervo per una donna altolocata! L’ubriaco la seguì con lo sguardo offuscato, mentre scompariva per sempre, poi volse l’attenzione al bicchiere rimastogli davanti. Lo vuotò in un fiato, portandosi il capo sulle braccia incrociate, nell’attesa del dolce effetto dell’oblio. Si addormentò e fu gettato sulla strada, nel fango di quella notte che non era stata come le altre, nel male della solitudine che gli era rimasta. Al sorgere del sole aprì gli occhi arrossati e sentì la testa pulsare come sempre, però stranamente non pensò a bere e si chiese, dopo tanto tempo, cosa avrebbe potuto fare, come si sarebbe potuto salvare. Dimenticò quella donna, forse non la ricordò neppure per un attimo, e si rialzò barcollante, con il fuoco nelle vene, con il sangue nello sguardo.
PER LEGGERE IL ROMANZO