Tim Berners-Lee, considerato, insieme a Robert Cailliau, l’inventore del World Wide Web, in partnership con Knight Foundation, fondazione dedicata al supporto di progetti di sviluppo nel giornalismo ed all’innovazione nei media, Google e Vodafone Group, ha realizzato la prima valutazione multidimensionale dell’impatto del Web: The Web Index.
I risultati, pubblicati ieri, attraverso 80 indicatori diversi, identificano utilità ed impatto della Rete per le persone e le economie delle diverse nazioni. Sono stati analizzati 61 diversi Paesi nei 5 continenti e valutati l’utilizzo, l’impatto politico, sociale ed economico di Internet oltre che la disponibilità di connettività ed infrastrutture.
Al top della classifica la Svezia seguita da USA, Gran Bretagna, Canada e Finlandia, ultimi Yemen, Zimbabwe eBurlina Faso.
L’Italia si colloca al 23° posto della classifica generale ma scivola ulteriormente al 31° posto per quanto riguarda l’impatto della Rete, arrivando al 38° in riferimento all’impatto economico, all’apporto che Internet fornisce all’economia nazionale, ed al 33° per l’impatto sociale.
La nostra nazione è, ancora una volta, fanalino di coda in Europa dietro a Portogallo e Spagna primeggiando soltanto rispetto a Polonia, Turchia e Russia. I motivi sono spiegati in ogni dettaglio nel report della Open Society Foundation.
È sicuramente anche questo uno degli elementi che ci posizionano al 42° posto della classifica generale, per l’ennesima volta al fondo tra i Paesi della UE, del Global Competitiveness Report 2012-2013 pubblicato, sempre ieri, dal World Economic Forum.