Ladies and Gentlemen, welcome to Wimbledon‘s Eighths .
Oggi ha inizio un nuovo torneo, che vede protagonisti i migliori tennisti al mondo.
Si, perchè chi raggiunge gli ottavi di finale ai Championships rientra nel novero dei migliori, è in questa fase che sono esplosi i più grandi di sempre ed i dominatori hanno abdicato a favore del “nuovo che avanza”.
Ma andiamo con ordine, Sabato ,in una giornata davvero ricca di incontri, si è chiusa la terza fase di entrambi i tabelloni, consegnando i nomi dei trentadue che hanno avuto accesso alla fase finale, quella più importante e calda del torneo.
Tra gli uomini i “Beatles”, i “quattro moschettieri, cioè Nadal,Djokovic, Feder e Murray non hanno deluso liquidando le rispettive pratiche con decisione.
I più in difficoltà, si fa per dire a questi livelli, sono apparsi essere Nole e Murray, entrambi poco a proprio agio sull’erba – oramai a dire il vero quasi inesistente a fondo campo- dei campi inglesi ed entrambi contratti ed altalenanti nel corso dei rispettivi incontri (irrispettoso il colpo “sottogamba” mostrato dallo scozzese nel corso del match contro Ljubicic, ex top ten e tennista di grande eleganza e sobrietà sul campo) .
A sorpresa invece salutano Londra uno scarico ed indisponente Soderling, umiliato dal giovanissimo Tomic -proveniente dalle qualificazioni) e Monfils, numero nove del torneo ma dominato da un altro tennista proveniente dalle qualificazioni, il polacco Kubot (classe 1982).
In ambito femminile si conferma la fase di anarchia e livellamento degli ultimi anni, diverse teste di serie hanno infatti dovuto abbandonare il torneo sconfitte da rivali molto meno quotate.
Iniziamo dalla Zvonareva che, per quanto tennista da terra rossa, occupa il secondo posto della classifica WTA ma ciò non le è stato d’aiuto contro una scatenata Pironkova (6-2 6-3)numero trentadue del seeding.
Non è andata meglio alla Ivanovic (che a dire il vero viene da un periodo non proprio entusiasmante) ed alla tedesca Petkovic -numero undici del tabellone- entrambe sconfitte in due set dalle rispettive avversarie.
Ricordate il motto inglese “Italians do it better”? Bene, quel motto non vale per Wimbledon dove Pennetta, Schiavone e Bolelli vengono messi alla porta e gli ultimi due anche in malo modo.
Bolelli si è dimostrato inconsistente e solo l’ombra del tennista combattivo ed ordinato ammirato nei turni precedenti, ha finito con l’esser contenuto e surclassato da Richard Gasquet, non c’è stato match e l’italiano s’è reso più pericoloso solo nel terzo set ma senza mai veramente impensierire il transalpino ( 3-6 2-6 4-6 i parziali).
Il capitolo Schiavone è particolarmente amaro, l’incontro inizia venerdì e l’azzurra gioca male, mai veramente in partita, resta sempre passiva e non mostra mai guizzi degni del suo ranking WTA – occupa il sesto posto- , davvero troppo poco per una giocatrice che ha raggiunto le ultime due finali del Roland Garros vincendone una. Vince il primo set 6-3 è vero, ma più per demerito dell’avversaria che per merito proprio. Nel secondo set la Paszek aggiusta la mira, alza il ritmo ed il livello e proprio quando dovrebbe venir fuori tra le due tenniste quella con le stigmate della campionessa, la milanese si lascia dominare e solo l’interruzione dell’incontro per pioggia le evita di capitolare nel secondo set. Alla ripresa delle ostilità, il sabato, nulla cambia, con la “leonessa” che conntinua a sbagliare troppo cedendo il secondo set. Nella terza e decisiva frazione la Paszek comincia a sbagliare un pò – normale sentire la pressione quando sai di comandare l’incontro contro la numero sei al mondo- ma la Schiavone non è da meno, così le due arrivano sul nove pari finchè la Schiavone molla di nuovo, commette errori macroscopici e lascia la vittoria dell’ incontro all’incredula ventunenne austriaca.
Flavia Pennetta è l’unica azzurra che perde, ma lo fa lottando fino in fondo,punto su punto e regalanto sprazzi di grandissimo tennis.
Vince un primo set equilibrato 7 – 5 , nel secondo commette qualche errore di troppo, concede un break e cede il passo 4 – 6, ma è il terzo e decisivo set a regalare emozioni e spettacolo vero.
Flavia mostra al pubblico un tennis tecnicamente e tatticamente perfetto nei primi nove games, la Bartoli lotta, urla, ma non può nulla contro le continue variazioni proposte dall’azzurra che spinge la francese a bordo capo con profondissimi colpi da fondo e poi chiude con una serie di elegantissimi dropshots e volee - la gemma è però uno smash all’incrocio delle righe realizzato nonostante la brindisina stesse arretrando e fosse quindi totalmente priva di equilibrio- che sembrano consegnarle le chiavi di set ed incontro quando sul 5-4 servizio Bartolì si ritrova sul 15-40 con due match- points a disposizione.
Ma è qui che il braccio trema e l’affascinante azzurra sente pesare sulle spalle un anno di infortunei e recuperi frettolosi, ma sopratutto risente della stanchezza per un incontro che ha superato di gran lunga le tre ore e che fa emergere i limiti nella sua preparazione atletica.
Perde di lucidità Flavia, i colpi diventano imprecisi e meno eleganti, cerca di forzare ed accelerare gli scambi per risparmiare energie, ma quello è il terreno della irrispettosa francese – si perchè solo così può esser definita una tennista che esulta dal primo all’ultimo punto dell’incontro a pugno chiuso ed urlando su ogni errore dell’avversaria- che, visti i ritmi bassi e la perdita di consistenza del sevizio della Pennetta, con una serie di risposte violentissime e contropiedi repentini ribalta la situazione, riportandosi sul cinque pari, e mettendo in crisi la brindisina sui prori turni di battuta.
Svuotata di ogni energia e sotto di un break strappatole dalla francese, la Pennetta consegna il set e l’incontro alla Bartolì con un doppio fallo sul 7-8 15-40 , errore emblematico della situazione fisica dell’italiana ma nulla toglie alla prestazione ottima, sotto ogni punto di vista, che la Pennetta ha regalato e che ha riscosso i favori del pubblico più che la vincitrice del match.
Oggi, come detto, prendono il via gli ottavi e se il tabellone femminile dovrebbe riservare poche sorprese -occhio agli incontri che vedranno Venus Williams opposta alla Pironkova e la Wozniacki alla Cibulkova- il programma maschile riseva invece spettacolo sicuro, con il redivivo Feliciano Lopez, erbivoro D.o.c. e giustiziere di Roddick, che se la vedrà con il sorprendente Kubot e potrebbe accedere per la prima volta ai quarti ma i riflettori sono puntati sopra tutto sul Centrale, dove Nadal affronterà il gigante argentino Del Potro (ex numero 5 del mondo e reduce da una lunga serie di infortunei) in un match dal risultato per nulla scontato.
Tutti da vedere poi gli incontri di Djokovic , opposto al francese Llodrà che ha tanto ben figurato sul court dei Windosor, nonchè di Murray, lo scozzese non avrà per nulla vita facile contro l’estroso Gasquet apparso decisamente in forma e particolarmente a suo agio sul verde dei campetti dei Championships.
Lo spettacolo, da adesso in poi, è G-A-R-A-N-T-I-T-O e le emozioni non mancheranno so stay tuned!