Magazine Cinema
Origine: USA, UK, Puerto Rico
Anno: 2013
Durata: 95'
La trama (con parole mie): Chris, giovane e timido account in un'agenzia di pubblicità, è costantemente vessato dal prepotente responsabile Phil, che coglie ogni occasione possibile per farsi beffe di lui e, all'occorrenza, prendere i meriti del lavoro che il ragazzo svolge.
Quando, a seguito di un'iniziativa del Presidente dell'azienda, i dipendenti vengono precettati per una due giorni di corso legato al lavoro di squadra e alla formazione del carattere su un'isola sperduta coordinato dal duro - almeno all'apparenza - Storm, il rapporto tra i due si incrina ulteriormente: Chris, infatti, ex boy scout razionale ed organizzato, finisce per scontrarsi apertamente con Phil, cui non importa nulla del buon senso e del comportamento da tenere in una situazione "estrema".
Quando Storm, attaccato da una tigre, verrà dato per morto ed il gruppo si considererà ufficialmente disperso, le due visioni provocheranno una frattura che potrebbe portare alla salvezza o alla morte questi civili in gita nel cuore della Natura.
La prima volta che vidi il trailer di Welcome to the jungle coltivai la speranza di trovarmi di fronte ad una versione demenziale di Expendables 2, e, dunque, ad una nuova incarnazione comedy ed autoironica del mito dell'action anni ottanta Jean Claude Van Damme, che ha un posto speciale da sempre nel cuore di questo vecchio cowboy subito dietro a Schwarzenegger e Stallone, addirittura davanti a gente del calibro di Bruce Willis o Kurt Russell.
Purtroppo per me, e per tutti gli appassionati del mitico JCVD, il risultato della visione del lavoro decisamente televisivo firmato da Rob Meltzer è stato decisamente al di sotto delle aspettative, di fatto qualificandosi come una sorta di risposta americana alle baracconate che, tra gli anni ottanta e novanta, proposero in salsa italica anche i Vanzina: certo, i riferimenti sono molto più alti - Il signore delle mosche su tutti -, l'idea di mescolare la volgarità di cult dei tempi come Weekend con il morto ad esperimenti più o meno riusciti nello stile di Severance ha il suo perchè, eppure il risultato è decisamente sotto il livello della decenza, e perfino la piccola parte affidata a Van Damme finisce per assumere i connotati dell'autoparodia triste piuttosto che della goliardata nello stile di Sly e soci.
Un vero peccato, perchè un personaggio come Storm mostra in una certa misura i lampi di sentita partecipazione che l'attore belga portò sullo schermo per la prima volta con il sorprendente JCVD, forse il più grande film cui abbia preso parte uno dei paladini della settima arte "bassa" degli ultimi trent'anni: perfino nel momento della sua perla finale, il characther affidato all'esperto di arti marziali diviene in qualche modo come una comparsa in una commedia Apatow-style, un omaggio neppure troppo sentito ad un'epoca che, inesorabilmente, è tramontata e alla quale la mia generazione resterà sempre legata, sperando in qualche modo in un suo ritorno anche nel momento in cui i suoi protagonisti non potranno fisicamente più reggere il confronto con le botte che la stessa richiede.
Senza dubbio, comunque, la profonda antipatia dell'irritante Phil e la sua influenza inspiegabile sul gruppo - quanti individui di questo infimo livello ognuno di noi avrà conosciuto sul luogo di lavoro!? - e la progressiva rivalsa dell'outsider Chris - che pare uscito da un film anni ottanta, in quanto eroe positivo tendenzialmente goonie, nerd e dato per perdente in partenza - finiscono per fare da motore alla curiosità soddisfatta senza colpo ferire da un titolo benedetto da un minutaggio innocuo, che finisce per farsi voler bene nonostante il livello scarsissimo di qualsiasi suo aspetto, sia esso tecnico o di contenuti: personalmente mi aspettavo decisamente di più - e sicuramente una porzione ben più consistente dedicata solo ed esclusivamente all'action hero vero catalizzatore dell'attenzione dell'attenzione del pubblico -, ma nonostante mi pianga il cuore osservando il tempo logorare inesorabilmente il look ed i calci rotanti del mitico Jean Claude e questo film risulti obiettivamente una schifezzuola senza ritegno, non ho saputo voler male a Welcome to the jungle, perfetto per intrattenermi nel pieno di un pomeriggio casalingo e come sottofondo per i giochi nei quali mi coinvolge l'ormai scatenato ed incontenibile Fordino, già assoluto padrone di casa e casinista di prima categoria.
I radical chic e gli appassionati di Cinema vero, comunque, si astengano, mentre saranno i benvenuti gruppi di amici pronti a consacrare una serata alle stronzate e all'alcool così come i fan senza più ritegno di Van Damme, determinati a rimanere accanto al loro vecchio eroe come se fosse la prima volta, avessero ancora dodici anni e sognassero di iniziare il loro percorso nel mondo delle arti marziali per imparare a fare la spaccata, sparare calci rotanti a profusione e sconfiggere, un giorno, "piccola palma".
MrFord
"Welcome to the jungle we got fun n' games we got everything you want honey, we know the names we are the people that can find whatever you may need if you got the money, honey we got your disease."Guns 'n roses - "Welcome to the jungle" -
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