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Welsh quasi in Premier, ma solo sul campo. Anzi, nemmeno quello

Creato il 24 maggio 2012 da Rightrugby
Welsh quasi in Premier, ma solo sul campo. Anzi, nemmeno quello E' sempre più nel segno di questi tempi grami quanto sta accadendo nella Championship inglese: i London Welsh hanno sorprendentemente vinto l'andata della finale contro i Cornish Pirates in trasferta: un netto 37-21 rifilato ai favoriti che avevano eliminato Bristol, mettendo una seria ipoteca sulla promozione in Premiership che difficilmente otterranno. Quattro mete a tre, firmate da dai trequarti Ajuwa (foto), Scott, Tonga'uiha e Lewis, con l'estremo Davies che marca tutte le conversioni più due calci di punizione. 16 punti di scarto pongono i Welsh in una posizione difficilmente recuperabile nel ritorno che disputeranno "in casa" al Kassam Stadium di Oxford, relativamente distante dal quartiere generale degli Exiles in quel di Londra - ma non sarebbe una novità in Inghilterra (vedere dove giocano gli altri Exiles, quelli Irish, i Saracens o i Wasps). Dovessero portare a termine il lavoro, il club ha una terza partita da giocare a colpi di documenti legali con la Rugby Football Union che ha respinto ufficialmente i criteri per permettere ai Welsh di prendere il posto dei retrocessi Newcastle Falcons.

La società ha 14 giorni per fare ricorso e nonostante si sia particolarmente lamentata per la tempistica con cui la federazione inglese ha stoppato i sogni di gloria, a poche ore dal match con i Pirates, sinora non ha annunciato ricorsi. La questione ruota principalmente attorno allo stadio (la tenuta economica e finanziaria non dovrebbe essere un problema). Il Kassam Stadium è l'impianto dell'Oxford United (distanza da Londra di all'incirca 80 km, ma va precisato che la sede dei Welsh è a Richmond, più o meno altri 15 km dal centro di Londra), club calcistico che si muove in quella che in Italia è ormai conosciuta come Lega Pro, la vecchia Serie C. Dispone di 12.500 posti a sedere, con tre tribune coperte. Moderno e costato 15 milioni di sterline, ha ospitato pochi anni fa pure due finali di Challenge Cup: la prima nel 2002 tra Sale Sharks e Pontypridd, la seconda nel 2005 sempre tra Sale e Pau (in entrambi i casi hanno vinto gli inglesi). I Welsh puntano forte sui precedenti legati alla Rugby Union, ma in un comunicato della RFU si legge che "i London Welsh non possiedono i Minimum Standard Criteria per l'Aviva Premiership". Il primo tassello a mancare è la cosiddetta Primacy of Tenure, dove per Tenure si intende la titolarità del terreno di gioco, il diritto di anteporre le proprie necessità ad altri aventi diritto. Il campo insomma non è degli Exiles e difficilmente, fa sapere la RFU, si riuscirebbe a stendere un calendario che tenga conto delle esigenze dell'intera Premiership. 

I Pirates non hanno avanzato alcuna richiesta di essere ammessi ai piani alti della lega nemmeno la scorsa stagione, di migrare a Bristol o Plymouth non ci pensano e sono reduci dalla bocciatura di un nuovo impianto da 10.000 spettatori, nonostante gli auspici di un nativo Cornish come Phil Vickery ("Christ, I'd come out of retirement just to go down to play in that stadium"). Quindi se le cose rimarranno così, comunque vadano le cose il 30 maggio giorno della finale di ritorno, non ci sarà alcuna promozione e i Falcons potranno pensare alla prossima stagione in Premier, pur se retrocessi in termini di classifica. Lo stanno già facendo, per inciso: sette i nuovi arrivi previsti tra i quali uno dall'Italia: Carlo del Fava. A Nord stanno festeggiando e tirando un sospiro di sollievo, a Londra preparano le contromosse. Forse. 

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