(Gia', perche' il mio e' il lavoro piu' bello del mondo. E prima che ve lo chiediate NO, non era una conferenza serissima, il tema era la Pop Culture, che piu' pop di Las Vegas credo non sia possibile trovare).
Fare un post su Las Vegas e' un po' difficile. Perche' Las Vegas non e' bella o brutta. E' Las Vegas. Una categoria a parte. Una citta' che e' stata progettata da qualcuno che si era strafatto di acidi
Per la cronaca, penso che "Fear and loathing in Las Vegas" sia l'unico film in cui Johnny Depp non e' l'uomo piu' sensuale del mondo
E' una citta' che sembra perennemente sotto acidi. Proprio per il modo in cui e' progettata, senza una logica. Certe volte mi diverto a immaginarmi il mondo perfetto e dico che voglio un posto dove ci cia Johnny Depp vestito da pirata, Orlando Bloom vestito da elfo e George Clooney vestito da chirurgo e tutti assieme preparino delle torte sacher con Jason Momoa vestito da Khal Drogo a guardare. E in tutto questo voglio anche dei moschettieri e dei ninja.
Las Vegas e' un po' lo stesso. E' stata progettata da uno che ha detto voglio Roma, Venezia, Parigi, New York, l'Antico Egitto tutti assieme. Voglio le piscine nel deserto e le luci per tutta notte, voglio musica nelle strade, voglio Topolino Michael Jackson la Coca Cola e i Transformers. Voglio i castelli e le montagne russe e i sexy shop e le ruote panoramiche. Voglio i negozi di Gucci di fianco ai negozi di suvenir made in China, voglio Starbucks, voglio cibo cinese e cibo italiano e cibo messicano e cibo thailandese. Voglio pure i predicatori che ricordano tra bordelli e casino' che Gesu' ti mandera' all'inferno. Voglio tutto questo a patto che sia FINTO e COSTOSO. E ce l'ha fatta. Ha creato un'immensa Disneyland per bambini cresciutelli che hanno voglia di fare cose trasgressive.
Mentirei se dicessi che Las Vegas non mi e' piaciuta o che non penso che sia una meta da vedere nella vita. Abbiamo cenato in uno pseudo cinese al Bellagio e ogni quarto d'ora ero incollata alla finestra a guardare gli spettacoli d'acqua delle fontane come un pastorello davanti alla Madonna. Ogni albergo in cui sono entrata mi ha fatto rimanere a bocca aperta, ho amato passeggiare per le finte strade di NY e il finto Moulin Rouge di Parigi e mandare la foto della finta Venezia alle mie compagne di universita'. Ho amato camminare in maglietta come fosse giugno.
Pero' c'e' una dimensione di Las Vegas che mi ha lasciato perplessa. I casino' non sono nulla di romantico avventuroso e sexy come vedi in Ocean's Eleven. Entri negli hotel e c'e' sempre uno strano odore di talco, sigarette elettroniche, birra e sudore. Facendo due conti, visto che non chiudono mai i casino' probabilmente non puliscono nemmeno. Le luci sono sempre artificiali, fuori c'e' il sole e fa caldo ma all'interno c'e' una temperatura indefinita che non convince del tutto. Non riuscivo mai a capire se avevo caldo o freddo. E non ci sono i tavoli con i croupier stile Casino' di Venezia. O meglio, ci sono, ma sono soppiantati dalla maggioranza di macchinette e slot machines con luci da crisi epilettica e su i personaggi di Sex and the City.
Per le strade e' pieno di personaggi ambosesso con la pelle olivastra bassi e tarchiati che distribuiscono i volantini dei locali di streap tease. Tutti vogliono spingerti nei locali o venderti cose o chiederti soldi per fare le foto assieme. Ciccione in minigonna girano urlando per il loro bachelorette party e bevono intrugli non identificati dai colori fosforescenti da bicchieri a forma di Tour Eiffel o di scarpe con il tacco. Vecchi che vogliono mostrare al mondo quanti soldi hanno si mischiano alle famiglie di turisti che vogliono comprare la maglietta I Love NY e lanciare monetine in ogni rigagnolo d'acqua. Gli spettacoli contemplano acrobati discinti o star un po' passate tipo Shania Twain e Britney Spears.
Insomma, ho avuto una sensazione strana. Quando sono andata a Barcellona, per esempio, ho magiato le tapas sulla rambla e sono stata a ballare al RazzMatazz e poi alla mattina ho preso i churros sul lungomare. Ho pensato che dev'essere proprio bello vivere a Barcellona, che avevo fatto delle cose tipiche di Barcellona. A Las Vegas non ho avuto nessuno di questi pensieri. Las Vegas non esiste, non e' un posto vero dove qualcuno vivrebbe. A meno che tu non voglia fare la spogliarellista, che consisterebbe in un considerevole aumento di stipendio rispetto al dottorato.
Tuttavia, ho capito che stimo gli Americani ad un livello diverso ora. Prima pensavo che gli mancasse un po' di cultura, di storia, di antico. Poi ho capito che non ne hanno bisogno: hanno costruito in plastica tutto quello che non avevano e l'hanno schiacciato in un paio di alberghi di Las Vegas. E in questo sono geniali. Venezia affondera' e le gondole sono gia' diventate solo un'attrazione per turisti. Las Vegas restera', simbolo eterno di quello che volevamo essere e siamo diventati. Viva la Pop Culture e viva il postmoderno.
In tutto questo, mentre mangiavo un gelato costato sette dollari al Bellagio con alle spalle un finto padiglione cinese, ho pensato a quanto e' bello il mio lago, quello vero, e ho capito quanto sono piu' fortunata della gente che va in vacanza a Las Vegas perche' gli piace.
La piscina del Bellagio e il lago hanno pero' delle cose in comune: i germani reali e l'acqua sporca