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WhatsApp? Un’app senza spina dorsale

Creato il 14 marzo 2013 da Webmonster @mariomonfrecola

«Mamma, Ciccio mi tocca. Mamma, Ciccio non mi tocca più!» è un famoso slogan in voga nella mia infanzia.
Quando mio fratello disturbava i miei giochi, correvo da mia mamma a reclamare per non essere infastidito. Poi, se rimanevo troppo tempo da solo, tornavo di nuovo da mia mamma per richiedere la presenza del divertente «incursore».

Questo motto mi è balzato alla mente qualche giorno addietro quando – finalmente! – la fatidica data è giunta e whatsapp è scaduto.

 

Whataspp, scade o non scade?

 

Ero troppo curioso, volevo scoprire se veramente la famosa app blocca l’invio e ricezione dei messaggi verso i contatti della rubrica registrati al servizio oppure i fantomatici ottanta centesimi annuali richiesti per continuare ad utilizzare l’applicazione appartengono alla sfera delle leggende metropolitane. Il mio interesse cresceva anche per l’assenza di articoli in Rete su questo temuto stop, da tutti paventato e mai documentato.

E così, il 10 marzo scorso, quelli di whatsapp hanno mantenuto fede alla minaccia scritta nelle impostazioni dell’app (informazioni account-> informazioni sul pagamento) e mi hanno disattivato la chat. Non appena provavo a spedire un saluto, un blocco ostile mi avvertiva che, per proseguire, avrei dovuto metter mano al portafoglio.

Devo dire che, nelle due settimane antecedenti all’espulsione dal mondo fatato dei messaggi gratuiti., Brian Acton e Jan Koum (i creatori di whatsapp), con periodicità quotidiana, mi rammentavano con un bieco conto alla rovescia la somma da pagare.

Conscio dei miei ideali non profit, ho tenuto duro senza mai cedere alle pressione via smartphone. Anzi, ho alzato il livello dello scontro chiedendo la cancellazione del mio profilo da whatsapp (impostazione->elimina il mio account). Un’intera giornata di tentativi falliti: ad ogni richiesta di eliminazione del profilo, ricevo l’insolita risposta: «assenza di connessione, operazione fallita».

In pratica, i codardi non mi hanno permesso di staccarmi dalla loro app.

Dopo un lungo tire-e-molla di richieste di cancellazione e rifiuti di completare l’operazione, i voltagabbana si sono arresi e mi hanno rinnovato gratuitamente whatsapp per un altro mese.

L’armistizio rinvia la battaglia di trenta giorni, nel mentre deduco che quelli di whatsapp sono schiavi della popolarità e per paura di perdere utenti non insistono col blocco della licenza.
Sono troppo furbi per non sapere che basta un attimo per distruggere la fiducia degli utenti acquisita negli anni: con un click sei una celebrità, con due click rischi l’estinzione.

E’ la Rete bellezza!

MMo



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