When Drama Takes Over – Inaspettatamente la qual si voglia

Creato il 05 novembre 2013 da Signorponza @signorponza

Nelle puntate precedenti:
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5

29 settembre 2013

La domenica è una giornata che ho sempre odiato, dai tempi dei tempi. Non chiedetemi il perché, lo ignoro anche io. Quello che so è che avere una spa in casa implica inevitabilmente che i miei amici del cuore siano qui tutto il giorno. Ludo e Carlo sono venuti per passare insieme la giornata, in quella che io amo chiamare la giornata Beauty Farm, dove ci si prende cura di noi stessi facendo sparire i segni dello stress che la vita ci costringe a vivere. Via i punti neri quindi, facce iper idratate da creme e cremine, sopracciglia ritoccate e chiacchiere a bordo piscina. Insomma ce lo siamo meritato. Per fortuna che solo in qualche sprazzo di poca lucidità mi viene in mente quell’arpia della Di Rocco, che in realtà si è anche molto rilassata rispetto ai primi giorni e finalmente inizia a fidarsi un pochetto di più. Ma me la scordo immediatamente. In realtà siamo presi dalle nostre chiacchiere. Ludo si frequenta con un tipo, finalmente, ci racconta dell’uscita a Trastevere e della rosa che il tizio gli ha regalato. Anche Carlo si sente con un ragazzo. Più piccolo di lui, ed hanno incentrato i loro incontri su del supersessosenzafreintendimenti. Io ho ben poco da raccontare. Se ci penso bene in questo mese non ho fatto che lavorare. E lavorare. Telefono. È Anahi. “Tesoro come stai? Torno in settimana in Italia. E voglio vederti” esordisce senza neanche il tempo di farmi dire pronto! “Qui è tutto in ordine. Ho finalmente una routine. Mi vieni a trovare?” chiedo scodinzolante. “Faremo meglio. Mandami un sms con il tuo indirizzo, ho una sorpresa per te” dice. Non so cosa aspettarmi, in fondo mia madre mi ha sempre fatto delle sorprese pazzesche. Faccio i saluti di rito e chiudo la chiamata. Ludo e Carlo sono impegnati a guardare alcune foto dal telefono di Ludo. Sorridono ed io non voglio rimanere allo scuro “Che guardate?”. Chiedo insistente. “Questo è il tipo con cui esce Ludo. Guarda non è adorabile?”. Guardo la foto e non credo ai miei occhi. Il tizio altri non è che Il Perfido Orazio. Quello dell’agenzia pubblicitaria. Preso da un momento di assoluto nonpossocredereaimieiocchi decido di fare un mezzo “Wow” e di non dire assolutamente niente. Lo so sono una persona orribile.

3 ottobre 2013

Giornata decisamente no a lavoro. Questa stupida della Di Rocco mi sta con il fiato sul collo tutto il tempo e non riesco neanche a capire dove sono. Mi comanda a bacchetta manco fossi uno schiavo dei primi del ’700 e pretende di sapere qualsiasi cosa io stia facendo e perché. Adesso la meno. Ovviamente accade l’impensabile: mentre ero indaffarato a riordinare gli inviti per un grande evento che ospiteremo tra un mese circa, la simpatica e inaspettata Ricciolosa Stagista mi compare davanti al ricevimento. Tremo, e penso che non è affatto possibile che questa sia ancora qui. La guardo con fare complice e quasi senza aprire le labbra chiedo “È tutto ok?”. Lei sorride, si guarda intorno e mi dice “Sì, ma devo darti questa”. Estrae una busta rossa e la poggia lì davanti a me. Indeciso mi viene voglia di strapparla in mille micro pezzetti e lanciarglieli tutti addosso. Ma la mia curiosità vince. Apro il cassetto e la nascondo, al sicuro dalla Di Rocco soprattutto. Abbozza un mezzo sorriso e fugge via. “Allora, hai finito con la lettera F?” chiede stizzita e acida, comparsa chissà da dove, la mia super capa. “Certo. Sono alla lettera Z. E ce ne sono meno di dieci. Ho quasi terminato. Tutto”. Aggrotta il sopracciglio con fare interrogativo e mi guarda schifata. Contraccambio lo sguardo ma decido di lasciarla cuocere nel suo brodo e torno al mio lavoro.

In finale io devo davvero fare una marea di cose.

Finisco alle 18 di lavorare. Accendo Grindr e decido istantaneamente di dare una svolta alla mia serata, magari mi dice bene come ai miei amici. Insomma io ho bisogno di contatto umano. Soprattutto con ciò che risiede nelle mutande di un essere umano. Detto fatto. Mi rimorchio questo tipo sulla trentina. Simpatico q.b. per intavolare delle inutili conversazioni sul lavoro, i buoni propositi per il futuro e le vacanze. Ci promettiamo un drink prima di cena. Ma andiamo ho una casa pazzesca e non posso non invitarlo da me.

Dopo una doccia caldissima e venti minuti davanti allo specchio a decidere cosa mettere, ho un lampo nella testa. Mi ritorna in mente la Ricciolosa stagista. Mi aveva dato una fottuta busta rossa. Apro la borsa del lavoro ed eccola li, riapparirmi tra le mani. Avevo completamente dimenticato la busta.

Ho saputo del suo tempestivo intervento, utile a risolvere la situazione. Per ringraziarla, e per sottolineare la necessità di discrezione, vista le circostanze, la invito ufficialmente alla festa di produzione per la campagna. Si terrà a Londra. Spero che sia dei nostri.

Cordialmente

#theleaderofthepack

Fermi tutti. E questo adesso perché mi invita? E poi, soprattutto, perché mi chiede discrezione? Su cosa? Io ho solo spedito dei documenti. E basta. Ok, è ovvio, mi sono impicciato di tutto il contenuto dei documenti, ma lui come lo sa? Suonano alla porta. Chiudo la busta rossa e la nascondo sotto il cuscino del letto, neanche fossi stato scoperto a fare chissà che. Apro e trovo un corriere. Sempre lui. Sempre lo stesso. “Martino sei per caso te?” dice dubbioso. “Certo che sono io!”. “C’è una busta per te. Una firmetta ed è tutta tua!”. Firmo e penso ma chi sono io Maria De Filippi? Strappo la busta e trovo la sorpresa di Anahi: due biglietti aerei per me e per lei per Londra. Per il week end di Natale. E un biglietto, anzi, in realtà un post-it giallo: NATALE A LONDRAAAAAAAAAA. <3 ANAHI. Che carina mia madre. Mi viene quasi voglia di commuovermi ma non ne ho il tempo, suonano alla porta, di nuovo. Certe giornate che non sai proprio a chi dare i resti. Mi infilo al volo la t-shirt che avevo lasciato sul letto ed ecco arrivare il tipo di Grindr. Era ora. Il mio sesso a domicilio aveva anche lui un chiaro obiettivo, glielo si leggeva in faccia.

Fatte le presentazioni di rito e accomodati sul divano con un nero d’Avola bello e coinvolgente, abbiamo iniziato ad avvicinarci sempre di più. Un sorso di vino, una parola, un sorriso e qualche centimetro più vicini. Io già pronto per avvicinarmi e combinarne di ogni senza una motivazione valida, in realtà ho atteso le sue mosse. Signori miei, bisogna saper anche meritarsela. No? Proprio mentre si discuteva su quanto le casualità della vita poi la cambiano in maniera inaspettata qualcosa di altrettanto inaspettato stava per succedere.

Suonano alla porta. Ancora una volta. Il silenzio si fa spazio tra i nostri desideri, e per un secondo ho pensato di non aprire e ignorare chiunque esso sia. Poi in tre secondi mi sono venute in mentre almeno sedici persone alle quali non potevo non aprire la porta. Detto fatto.

Laddove la realtà supera la fantasia, per un secondo ho creduto di perdere i sensi e non risvegliarmi più. In realtà ero ancora in piedi, ma di fronte a me ho Richard, mio fratello. L’insopportabile Richard che vive a Londra con papà. E tutte le plausibili spiegazioni non hanno alcun che di reale. “Ciao fratellino, hai intenzione di lasciarmi qui fuori?” esordisce dopo qualcosa come 88 anni che non ci vediamo.

Eh sì, è tutto strafottutamente vero. Non oso immaginare cosa voglia, ora.

When drama takes over.

[I capitoli precedenti di WDTO]
[Il blog di Annabelle Bronstein]

Il post When Drama Takes Over – Inaspettatamente la qual si voglia, scritto da Annabelle Bronstein, appartiene al blog Così è (se vi pare).


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